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Milano
16. 05. 2024 01:47

Caschi bianchi sull’asfalto con i nomi delle vittime: la protesta ad Assotir dopo lo stop ai sensori per l’angolo cieco

Nei giorni scorsi sono stati “integralmente annullati” dal Tar gli atti del Comune di Milano che prevedevano il divieto di accesso nelle zone di Area B e C di bus e camion sprovvisti del dispositivo

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Una protesta contro la decisione del Tar di annullare l’obbligo dei sensori per l’angolo cieco sui mezzi pesanti. A metterla in atto alcuni cittadini in via Restelli a Milano, davanti alla sede di Assotir. I manifestanti hanno posizionato dei caschi bianchi sull’asfalto, con accanto i nomi di chi è stato travolto e ucciso dai camion mentre si trovava in bici.

Sensori per l’angolo cieco, la decisione del Tar

Nei giorni scorsi sono stati “integralmente annullati” dal Tar gli atti del Comune di Milano che prevedevano il divieto di accesso nelle zone di Area B e C di bus e camion sprovvisti dei sensori dell’angolo cieco. Obbligo entrato in vigore lo scorso primo ottobre e deciso da Palazzo Marino dopo una serie di incidenti mortali. Secondo il Tar, a cui si sono rivolti con due differenti ricorsi poi riuniti aziende di trasporto e Assotir, il Comune non ha le competenze per normare in materia di circolazione stradale per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza su cui ha competenze esclusive lo Stato.

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Sensori per l’angolo cieco, Comune pronto al ricorso

Una decisione che non dice no ai sensori angolo cieco, ma solo che a decidere sul delicato tema deve essere lo Stato che detiene le giuste competenze. Il Comune ha annunciato che presenterà ricorso al consiglio di Stato, ma nel frattempo il divieto è stato annullato. Proprio per questo è andata in scena la protesta di questa mattina, con i cittadini che chiedono di essere ascoltati dai dirigenti di Assotir nel tentativo di evitare altre morti sulle strade di Milano.

Censi: «Sensori per l’angolo cieco essenziale per proteggere ciclisti e pedoni»

Sul tema, l’assessora alla Mobilità Arianna Censi aveva già lanciato un appello al Governo perché introduca il divieto in tutte le città. «Siamo orientati a proporre appello al Consiglio di Stato, perché riteniamo questa misura essenziale per proteggere i ciclisti e pedoni e dare più sicurezza a coloro che utilizzano in maniera sempre più frequente le due ruote o si muovono a piedi. Penso al di là di ciò, che non sia più rimandabile un intervento da parte del Governo, in modo da introdurre questa misura in tutte le città per tutelare chi percorre le strade in bicicletta e a piedi».

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