Riportiamo la notizia di qualche giorno fa: i residenti di corso Como sarebbero disposti ad affidarsi ad agenzie private per garantire la loro sicurezza a Milano.
Sicurezza a Milano: ragioniamoci
Fermiamoci un attimo e ragioniamo. C’è una percezione di maggiore insicurezza in città. Ma di che percezione parliamo? Di quella di persone più o meno famose, di influencer, o di cittadini in carne e ossa? Delle due percezioni, è più importante seguire la seconda, quella delle persone comuni. E sì, bisogna ammettere che pur a fronte di una situazione non di allarme l’insicurezza percepita è aumentata. Bisogna capirne bene le cause: se ciò dipende da un reale aumento della microcriminalità di strada o se in parte questa percezione viene da fenomeni mediatici.
Sicurezza a Milano: la verità sta nel mezzo
Probabilmente la verità, come sempre, sta nel mezzo. E nel mezzo, forse, le soluzioni. Ciò che è invece davvero preoccupante è che cittadini “ricchi” pensino di gestire la sicurezza delle loro zone tramite pseudo “Robocop” privati. Primo perché, per fortuna, a Milano non esistono zone private come i compound per soli ricchi di città come Los Angeles, Città del Messico o Città del Capo. Secondo perché quando si percorre una strada di questo tipo, si sa dove si inizia ma non si sa dove finisce, e le violazioni dei basilari principi dello stato di diritto sono sempre dietro l’angolo. Siamo la città di Beccaria, e invece di tornare a leggere un nostro padre, seguiamo opzioni di oltreoceano che più che essere soluzioni hanno rappresentato solo problemi.