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01. 05. 2024 23:55

Roberta Capua chiude “Estate in Diretta”: «Sì, è stata un’estate speciale»

Si è conclusa Estate in Diretta, che nel pomeriggio di Raiuno ha visto il ritorno di Roberta Capua: «Tante persone hanno fama, ma non il merito per stare in televisione»

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È senz’altro reduce da una stagione speciale Roberta Capua, che con Estate in Diretta ha tenuto compagnia – insieme a Gianluca Semprini – a tante persone nei mesi più caldi. Risultati lusinghieri anche negli ultimi giorni, che hanno visto riaccendersi in anticipo il pomeriggio di Canale 5 con Barbara d’Urso, ma che non sembra aver più di tanto scalfito quello zoccolo duro rimasto fedelmente sintonizzato sull’ammiraglia del servizio pubblico.

Il ritorno di Roberta Capua sul piccolo schermo

Un ritorno bello e gratificante, dunque, per Roberta Capua, tornata protagonista in quel daytime che le sembra cucito su misura. Quasi come quella fascia di Miss Italia che la fece conoscere al grande pubblico esattamente trentacinque anni fa.

roberta capua

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Ieri è stata l’ultima puntata di Estate in Diretta. Qual è il bilancio di questi mesi?
«Sicuramente positivo. Ma non mi riferisco solo agli ascolti, che ovviamente contano, visto che sono importanti e sono andati benissimo. È un bilancio molto positivo anche dal punto di vista del gradimento delle persone, dell’esperienza che mi ha arricchita moltissimo».

Sono parole che trasudano entusiasmo.
«Sì, su tutti i fronti. Non mi è pesato neanche più di tanto “sacrificare” quello che generalmente sono i momenti di vacanza che vivo insieme alla mia famiglia».

Ti porterai nel cuore qualche ospite che si è rivelato particolarmente sorprendente?
«Devo dire che mi ha sorpresa Charlie Gnocchi, perché l’ho sempre visto come un simpatico casinista. È in realtà lo è (ride, ndr) ma è una persona che riesce a parlare veramente di tutto, che ha un’importante cultura di base, che riesce a dire sempre la cosa giusta nel momento giusto proponendo la battuta calzante, sempre dritto sull’argomento. Insomma, mi è piaciuto moltissimo».

Qualcosa che ti ha lasciato l’amaro in bocca?
«Vivo la cronaca nera come un momento difficile per me. Il programma è fatto di pagine di costume e di nera, in generale parlarne è sempre molto difficile per chi non fa il cronista o il giornalista di mestiere, come nel mio caso che sono abituata all’intrattenimento e non a questo tipo di tematiche. È giusto che ognuno faccia il suo: solo così può essere un valore aggiunto per il programma».

«Questa tv non è meritocratica».
«Confermo».

Un’affermazione detta senza troppi giri di parole…
«Ma per fortuna ci sono persone come Stefano Coletta che hanno le intuizioni giuste, no? Questa frase è stata ripresa e strumentalizzata da alcuni giornali pensando che l’avessi detto perché non ho un programma per l’autunno».

Vuoi spiegare meglio?
«Io volevo dire che oggi in televisione ci sono tante persone che hanno fama e che non hanno il merito per stare in televisione, nel senso che spesso si presentano con la qualifica di “figli dei reality”, “figli dei social network”. È gente che non ha “mestiere” e che si improvvisa un po’ in televisione. Alcuni, poi, con fortuna riescono ad andare avanti e altri un po’ meno».

A maggio, parlando di Gianluca Semprini, c’era «un ottimo feeling professionale». Si è mantenuto?
«Gianluca è stato una scoperta giorno dopo giorno, abbiamo capito subito che c’era del feeling e piano piano abbiamo costruito quell’intesa personale e professionale che, dal mio punto di vista, ha funzionato. Mi ha aiutata tantissimo, siamo stati e siamo complementari, sia professionalmente che caratterialmente. Sono felice di aver trovato un amico oltre che un fedele compagno di lavoro».

In carriera hai lavorato con i più grandi. Sei riuscita a costruirti, nel tempo, quello che credi possa essere l’identikit del conduttore perfetto?
«Forse è un mix di tutte le esperienze che ho vissuto, nel senso che ognuno dei miei compagni ha e ha avuto una peculiarità importante. Ricordo Luciano Rispoli per il tono e lo considero forse un po’ più degli altri il mio mentore: è da lui che ho imparato i miei rudimenti, come fare le interviste, come ascoltare l’ospite».

Giancarlo Magalli?
«Il segno che lo contraddistingue è l’ironia, tagliente. È ironico ed autoironico».

Mike Bongiorno?
«La professionalità, la precisione, l’essere sempre perfetti, sul pezzo, sapere sempre quello che si va a fare, puntuale, preciso. Io mi sento un po’ come lui».

Maurizio Costanzo?
«Una genialità nel suo modo d’intervistare e di approcciare le persone. Non a caso è stato un grandissimo talent scout ed è riuscito a creare personaggi veri».

Pippo Baudo?
«È davvero la televisione con la T maiuscola. Rappresenta l’istituzionalità, non a caso con lui ho fatto solo cose istituzionali».

Tiberio Timperi?
«Tiberio è il cazzeggio (ride, ndr), abbiamo lavorato insieme quattro anni quando facevamo la tv del mattino. All’alba si creava un grande feeling e facevamo dei numeri pazzeschi. Parliamo degli anni in cui c’erano le tre reti Rai e le tre reti Mediaset e, in pratica, non si faceva ancora la tv del mattino. Insomma, facevamo botti pazzeschi. Però a quell’ora ci sembrava quasi di essere solo noi. Due amici. Due veri amici».

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