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27. 04. 2024 11:55

All’asilo nido di viale Sarca meno servizi, ma costi uguali

Il caso del nido Sarca, dove i genitori lamentano il rientro anticipato dei figli alle 13.30: il racconto

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Se i ragazzi delle superiori non torneranno a scuola prima del 7 gennaio, i più piccoli hanno potuto frequentare il nido ufficialmente senza interruzioni dai primi di settembre. Ci sono però situazioni in cui l’orario pieno non viene sempre garantito e i bambini a volte devono tornare a casa alle 13.30, anziché alle 16.30 (contando che il doposcuola comunale quest’anno non è stato attivato).

Ciò avviene quando non c’è abbastanza personale per coprire tutte le ore. E’ il caso ad esempio del nido comunale di viale Sarca 145. L’assenza (non legata al Covid) di tre maestre in una sezione per sette giorni lavorativi ha portato la dirigente dell’unità educativa a ridurre l’orario.

Le mamme. «In seguito alle nostre proteste – ci ha raccontato Rossella Pulci, una mamma – alcune educatrici di un’altra sezione sono state spostate per garantire l’orario fino alle 16.30; ma a quel punto l’altra classe è rimasta scoperta e quindi il problema è rimasto. Inoltre non trovo giusto che a fronte di una riduzione di orario la retta debba rimanere identica all’anno scorso, quando nella stessa quota che paghiamo ora era compreso anche il doposcuola».

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Per i genitori andare a prendere i figli così presto può essere un problema, anche di natura economica. «Le comunicazioni di cambiamento di orario vengono affisse in bacheca spesso con solo mezza giornata di preavviso», aggiunge un’altra mamma, Rossella Moramarco.

Il Comune. Entrambe le famiglie, non avendo avuto riscontri soddisfacenti dalla dirigente, si sono rivolte all’assessora all’Educazione Laura Galimberti. «Ci ha risposto che a causa dell’emergenza sanitaria sia i bambini che le maestre non possono cambiare gruppo, e quindi, in caso di assenza delle educatrici il personale non è sufficiente per coprire tutte le ore», spiegano le mamme.

asilo nido viale sarca milano

Per quanto riguarda le rette «ci è stato detto che il Comune sta pensando a una “misura compensativa” per i periodi in cui le classi sono chiuse a causa della quarantena, mentre non è prevista una riduzione per la contrazione dell’orario».

Secondo la Moramarco «il Comune ha pensato alla gestione dell’emergenza, ma si è dimenticato di aspetti di “normale amministrazione”, come provvedere alle supplenze. L’assessora dice di avere fatto di tutto per potenziare il personale, ma non capiamo perché non si riescano a reclutare nuove insegnanti».

La stessa domanda se la pone Rossella Pulci che, insieme ad altri genitori, ha chiesto più volte alla dirigente di indire una riunione anche per capire il punto di vista delle educatrici.

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