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16. 04. 2024 18:23

Dad o scuola aperta? Il rientro in classe è a ostacoli

La scuola non riparte col piede giusto: tra contagi e Dad sembre di esser tornati indietro nel tempo. Il parere di presidi e famiglie

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Dad, quarantene, tracciamenti, occupazioni, sospensione del post scuola. A sentire queste parole sembra di essere tornati indietro almeno di un anno, ma nel frattempo il 75% dei ragazzi e il 95% del personale si è vaccinato e il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ribadito che le scuole devono rimanere aperte.

Dad o scuola aperta? Parlano i presidi

Volenti o nolenti, però, in questo inizio post vacanze natalizie le assenze di studenti, docenti e personale si fanno sentire. Così in tante classi gli insegnanti hanno dovuto attivare almeno la didattica integrata: parte degli studenti in classe e i positivi e i “quarantenati” a casa. Il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha affermato che a livello nazionale solo lo 0,72% dei docenti è stato sospeso perché non si è vaccinato e che alla riapertura di lunedì gli insegnanti assenti perché positivi o in quarantena erano il 6% del totale, mentre gli studenti il 4,5%.

Ha fatto parlare di sé la lettera che 2.500 presidi di tutta Italia (un quarto del totale) hanno scritto il 7 gennaio per chiedere di tenere tutti a casa almeno per un paio di settimane, in attesa della discesa dei contagi. A Milano i firmatari, circa 25, rappresentano alcuni istituti tecnici e professionali e soprattutto gli istituti comprensivi (dall’infanzia alle medie).

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Fra questi c’è Gianpaolo Bovio, dirigente del comprensivo Arcadia di Gratosoglio: «Da noi la situazione sta tenendo – racconta a Mi-Tomorrow – ma ho firmato per solidarizzare con i colleghi che si trovano più in difficoltà. Nei nostri plessi manca il 16% dei docenti, il 27% del personale ATA e circa un quarto degli alunni. In alcune classi della primaria abbiamo dovuto ridurre l’orario non potendo garantire il tempo pieno. Per il momento ci siamo organizzati con supplenze interne e con qualche insegnante delle liste di “messa a disposizione” (MAD), ma la situazione cambia in continuazione».

Franco Tornaghi, preside del Maxwell, comprende la richiesta dei colleghi «ma non ho firmato perché credo ci si debba concentrare sui problemi endemici del sistema scolastico, come il reclutamento degli insegnanti – ci spiega – Questa settimana sono partiti gli scrutini. Si svolgono online, ma se un professore è malato devo sostituirlo. Il problema è trovare un docente della stessa classe di concorso, altrimenti lo scrutinio non è valido. E’ difficile sostituire gli insegnanti anche per le lezioni, sia chi è bloccato momentaneamente dal Covid, sia chi è sospeso perché non è vaccinato.

In questo caso la procedura di sostituzione è tutt’altro che lineare e chiara: già abbiamo difficoltà nel reclutare supplenti annuali, figuriamoci se non sappiamo dire loro per quanto tempo dovranno rimanere». Al Maxwell al momento solo una decina di studenti è in DAD perché si trovava in quarantena prima di lunedì e uno è risultato positivo all’inizio della settimana, «ma temo che fra qualche giorno la situazione sarà molto diversa», conclude Tornaghi.

Domenico Squillace, preside del Volta, si è detto totalmente contrario a iniziare il 2022 con le lezioni davanti agli schermi, così come Giovanna Mezzatesta del Bottoni e i comitati A scuola! e Priorità alla scuola, che durante le vacanze hanno lanciato diversi appelli per tenere aperti gli istituti, dato che tutte le altre attività lo sono.

Dad o in presenza? Il nodo del post-scuola

Visti i numerosi contagi fra gli educatori (e le assenze dei non vaccinati) l’assessora all’istruzione del Comune Anna Scavuzzo dal 10 gennaio ha deciso di sospendere il post-scuola per i bambini di nidi e materne, servizio riattivato a settembre dopo un anno di stop grazie anche alle insistenze dei genitori, alcuni dei quali riuniti nella pagina Facebook Ripristino Post Scuola – Milano. Il gruppo è tornato ora all’azione lanciando una petizione sulla piattaforma partecipazione.comune.milano.it. Questa settimana in alcune sezioni di nidi e di scuole dell’infanzia l’orario è stato ridotto alle 14.00 (anziché fino alle 16.30) e quattro sezioni della materna sono rimaste chiuse.

Lunedì gli studenti del liceo classico Manzoni sono partiti con una settimana di occupazione e oggi è prevista una riunione con i collettivi di altre scuole. «Il nucleo organizzativo è formato da una cinquantina di ragazzi – ci racconta uno di loro – ma i partecipanti sono circa 400. Protestiamo perché prosegue l’ossessione dei professori nei confronti della valutazione, che rende l’ambiente scolastico poco sereno. Ci riempiono di verifiche, anche su argomenti che secondo loro avremmo dovuto imparare l’anno scorso in Dad».

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