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02. 05. 2024 04:53

La Pinacoteca di Brera ieri, oggi e domani: il cambiamento degli ultimi anni e le prospettive future

A 100 giorni dalla fine del suo mandato il direttore James M. Bradburne fa un bilancio degli obiettivi raggiunti indicando i nuovi orizzonti che si stanno aprendo dalla Pinacoteca verso l’Europa e il mondo

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La Pinacoteca di Brera è tornata nel cuore della sua città. La missione annunciata a gennaio 2016 nella conferenza stampa dei 100 giorni dall’inizio del suo incarico da James M. Bradburne, direttore generale della Pinacoteca e della Biblioteca Braidense, trova piena realizzazione nel 2023, a conclusione di un mandato che ha visto compiersi una vera e propria “rivoluzione copernicana”.

Gli ultimi 8 anni della Pinacoteca di Brera

La Pinacoteca di Brera in questi otto anni è stata completamente riallestita, ha ritrovato le sue radici culturali e sociali attraverso la valorizzazione del suo patrimonio artistico, umano e storico sulle orme di Ettore Modigliani, Fernanda Wittgens e Franco Russoli, direttori per i quali valore del museo può essere misurato solo in termini di valore per la comunità e di inclusione della comunità in tutta la sua ricchezza e diversità.

Ultimo tassello di questa rivoluzione è BreraPlus, una piattaforma che permette di usufruire di una Pinacoteca aperta 24 ore su 24, che oggi si apre verso l’Europa e il mondo con nuove modalità di accesso e fruizione. Un modello ideato e sviluppato durante il Covid e che si inserisce perfettamente nella missione di museo sostenibile. Una visione che, per il direttore James M. Bradburne, parte dal lontano con radici nelle sue esperienze precedenti in istituzioni museali sia estere sia italiane.

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Tra queste l’approccio “l’ascolto visibile”, sperimentato a Palazzo Strozzi secondo cui il pubblico si compone di utenti, e non di semplici visitatori: una visione che si è sviluppata ulteriormente a Brera durante il primo mandato 2015-2019 nell’impegno di rendere il museo non solo accessibile ma inclusivo. Un modello denominato «occorre una città (per fare un cittadino)», parafrasando il detto africano «occorre un villaggio per far crescere un bambino».

Pinacoteca di Brera
Pinacoteca di Brera

Grazie a collaborazioni con istituzioni come l’ospedale Buzzi per bambini e con Vidas, Brera infatti affianca il cittadino dalla nascita alla morte, riconoscendo la diversità dei suoi pubblici attraverso lo sviluppo di percorsi per visitatori con Alzheimer, Parkinson e ospiti delle case di riposo per continuare a dar voce a tutta la comunità in tutta la sua ricchezza e diversità.

Ora, negli ultimi quattro anni, con il secondo mandato a Brera, un’ulteriore evoluzione. Gli utenti, con la trasformazione del biglietto in tessera, la BreraCard, sono diventati abbonati e il museo da sostantivo è diventato verbo e dialogo. “Verbo” perché vive grazie alle attività che svolge, che valorizzano e attivano, in modo ogni volta diverso, le collezioni che si trovano al suo interno.

“Dialogo” in quanto concepisce l’esperienza culturale come scambio tra istituzione e utente, attivandosi non solo dentro le mura di Brera ma rivolgendosi anche verso l’esterno. Il museo si estende così sul territorio, e, grazie alla dimensione digitale, arriva in tutte le case. Finora non rappresentati, considerati solo numeri, gli abbonati, veri e propri stakeholders potranno infatti far sentire la propria voce, partecipando con un ascolto “obbligatorio ma non vincolante” al Cda del Museo.

Pinacoteca di Brera, cosa è stato fatto: il bilancio

In questi anni è stato realizzato tutto il possibile per rendere il Palazzo Brera più fruibile. Dal riassetto del cortile, alla ristrutturazione di tutte le sale della Pinacoteca, è stata completamente rinnovata l’accessibilità al museo attraverso la disposizione delle opere, le didascalie, percorsi che hanno valorizzato tutto il patrimonio artistico: ogni riallestimento all’inizio ha coinciso con un dialogo che vedeva opere provenienti dall’esterno in rapporto con i capolavori della Pinacoteca di Brera.

Dalla ristrutturazione del laboratorio di restauro all’apertura della Porta Gregotti dopo 100 anni, al Caffè Fernanda e la Bottega Brera, l’istituzione Brera sotto la guida del direttore Bradburne con uno staff che ha lavorato in una forma di collaborazione mista – interni e professionisti esterni – con riunioni settimanali e verifica continua degli obiettivi strategici da raggiungere, ha sviluppato un approccio internazionale che ne ha modernizzato la struttura operativa e, come risultato, ha attirato un nuovo pubblico consapevole di giovani e di famiglie e bambini.

Sono stati valorizzati anche gli altri istituti del Palazzo con ristrutturazioni che hanno riguardato tutta la segnaletica – introducendo il digitale – l’ascensore, la facciata, le statue e l’illuminazione del cortile. Inoltre oggi, la porta centrale della Biblioteca aperta durante le mostre, garantisce anche una maggiore consapevolezza del ruolo fondamentale della Braidense come terza biblioteca più importante del Paese.

Fin dall’inizio, uno dei principali strumenti per esprimere l’approccio inclusivo del museo è stato l’uso delle didascalie che a Brera sono esempi di “ascolto visibile” e oggi comprendono didascalie scritte da operatori di diverse fedi (rabbini, musulmani, sacerdoti), da scrittori pluripremiati (Orhan Pamuk, Teju Cole, Sarah Dunant, Tiziano Scarpa tra i tanti), da artisti di diverse culture e da didascalie con caratteristiche diverse, tra cui quelle tattili, in bassorilievo, tessili e olfattive. Didascalie che si trovano anche lontano dagli spazi del Palazzo di Brera, così come la collezione di Brera è visibile in musei, chiese e uffici pubblici di tutta Italia.

I depositi di Brera non sono conservati in scantinati ammuffiti: sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e visibili alla collettività. Quelli ancora custoditi in depositi chiusi sono accessibili su BreraPlus. Questa è Brera Diffusa: rendere disponibile il patrimonio tutelato da Brera e interpretarlo in situ. Fondamentale quindi la conservazione, un’attività imprescindibile alla base della valorizzazione: Brera continue à a tutelare le opere delle sue collezioni sia a Palazzo di Brera che in altre sedi.

Una visione della Pinacoteca di Brera per il futuro

L’11 maggio 2023 sono iniziati i lavori che porteranno all’apertura di Palazzo Citterio, la futura sede delle collezioni di arte moderna italiana della Pinacoteca di Brera. Si è partiti dalla realizzazione della nuova scala, ideata dal direttore per permettere al “Palazzo” di diventare finalmente “Museo”.

Si tratta di un progetto fortemente voluto e sostenuto in questi anni dal direttore Bradburne per portare finalmente a compimento quella che Franco Russoli, chiamava “La Grande Brera”: la conclusione dei lavori di Palazzo Citterio è prevista per l’autunno 2024.

Nell’autunno del 2023, dopo lavori di ristrutturazione per un totale di 1.000.000 di euro, anche la Mediateca Santa Teresa riaprirà come Centro di Interpretazione di arti performative in collaborazione con Brera/Musica, centro di digitalizzazione della Biblioteca Braidense e sede dei programmi di decorazione ambientale dell’Accademia delle Belli Arti di Brera.

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Pinacoteca di Brera

«Il 2023 sarà il mio ultimo in qualità di Direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense: non sarò più al timone dal 1° ottobre 2023, alla fine del mio secondo mandato», dichiara James M. Bradburne. «Negli ultimi otto anni infatti abbiamo consolidato una serie di buone pratiche che hanno fatto di Brera un modello per il resto del Paese. Tra queste, la creazione dei nuovi e solidi profili professionali di conservatore e di educatore e il rafforzamento dei ruoli professionali dei conservatori, degli storici dell’arte e degli architetti».

«Il successo di Brera è stato costruito sulla base di riunioni settimanali con gruppi di lavoro definiti operativamente che comprendono sia personale interno che professionisti esterni, il che ha garantito sia una sinergia positiva che la formazione continua del personale interno. Quello che per me importante è quindi lasciare al nuovo direttore un museo “in ordine”. Per far questo devo garantire che i progetti strategici chiave siano in atto e sostenibili», ha continuato.

«Brera infatti non è solo un luogo, seppur importante, ma è una visione, una strategia e un approccio, una serie di valori e modi di fare fondati sui valori dell’Illuminismo e sull’esperienza dei suoi direttori passati. È una candela la cui fiamma non può essere spenta né diminuita, e la cui luce illuminerà il futuro di Milano per i secoli a venire. Ed è stato il mio più grande privilegio alimentare, anche solo per otto brevi anni, la fiamma di Brera».

Continueranno i progetti strategici chiave in atto, a cominciare dai dialoghi che dal 2016 hanno svolto un ruolo importante nel fornire ai visitatori un motivo per tornare in Pinacoteca. Dopo quello dedicato all’opera di Boccaccino, a dicembre 2023, ce ne sarà un altro dedicato al ritratto e alla ritrattistica. Sempre in Pinacoteca continuerà il progetto per famiglie Camera con vista, ispirato alla Casa dei Libri che fa incontrare libri, arte e famiglie ogni terza domenica del mese.

La Biblioteca Braidense, invece ha in programma una mostra dello studio del greco antico dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453. Anche Brera Musica proseguirà il suo programma di ricerca nella Mediateca Santa Teresa con il nuovo Centro Internazionale per l’Interpretazione e la Performance nelle Arti che offre l’opportunità a progetti e iniziative di arti performative appositamente selezionate di studiare e sviluppare il proprio lavoro attraverso laboratori indipendenti e collettivi.

Confermata anche la serie del Terzo Giovedì musicale, i concerti speciali e il Concerto di Brera itinerante, mentre il Centro Internazionale di Ricerca per la Cultura dell’Infanzia (CIRCI) continuerà a collaborare allo studio e all’interpretazione delle collezioni donate alla Biblioteca Braidense.

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