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02. 05. 2024 20:43

La colossale figuraccia di fronte ai Coldplay: finisce il concerto e la metropolitana chiude

Perché non programmare l’apertura straordinaria della stessa per più tempo di fronte a questi macro eventi?

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La colossale figuraccia mondiale Milano l’ha fatta di fronte ai Coldplay, una delle band pop più importanti tra quelle esistenti. Tanti concerti, tante date e un filo conduttore per tutte: finisce il concerto e la metropolitana chiude. La domanda sorge spontanea: ma perché? Perché non ipotizzare un’apertura straordinaria di qualche ora della stessa, per far defluire gli oltre sessantamila che hanno comprato il biglietto per assistere al concerto di San Siro? 

La figuraccia di Milano di fronte ai Coldplay: fine concerto e metropolitana chiusa 

Questa cosa lascia molti interrogativi sulla gestione locale. Perché di norma i concerti vengono pianificati molto, molto tempo prima. Che si tratti di San Siro, dell’Ippodromo (oltretutto a due passi dallo stesso stadio…) del Forum di Assago o di qualsivoglia spazio: perché non immaginare un’alternativa valida al mero utilizzo dell’auto personale per poter raggiungere queste location? Perché non permettere, anche a chi arriva da fuori Milano (perché ci sono anche queste persone, non vanno dimenticate…) di poter posteggiare comodamente la propria vettura in uno dei tanti parcheggi limitrofi alle fermate della metropolitana per poi recarsi al concerto con i mezzi pubblici? Qui il guadagno sarebbe per tutti: per i posteggiatori, per il Comune che avrebbe soldi dai biglietti dei mezzi pubblici e anche per la polizia e tutti i servizi d’ordine, che avrebbero sicuramente vita più facile nel far defluire le persone. 

Coldplay
Coldplay

Quindi il problema non sono solo i tassisti…

Quindi verrebbe da dire che il problema non sono solo i tassisti: che cosa possono fare loro di fronte all’ondata dei sessantamila che escono da San Siro? Ricordiamo che sono circa quattromila i taxi presenti a Milano. In tutta la città di Milano, non solo nella zona dello stadio… Il problema, verrebbe da dire, non sono i taxi che mancano: è un’idea di programmazione che dovrebbe avere la politica e gli amministratori di una città. Magari usando il buonsenso, arma che spesso si scontra di fronte a burocrazia, carte bollate e meccanismi spesso poco oliati.

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