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29. 04. 2024 16:39

Cristian Confalonieri, coordinatore del Fuorisalone: «È di nuovo l’evento più importante dell’anno»

«Per evitare troppo caos è bene rispettare gli orari di chiusura delle isole pedonali»

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Fondatore del Brera Design District, coordinatore e promotore del Fuorisalone, Cristian Confalonieri spiega quali sono i contenuti di questa edizione che si annuncia con grandi numeri, qualche incognita e, forse, come una svolta nella storia del design milanese.

Fuorisalone, intervista a Cristian Confalonieri

Come si presenta il Fuorisalone 2023?
«Molto simile a quello del 2019, questo è il primo che si svolge dopo la pandemia: ci saranno tanti eventi, molti spazi della città ospiteranno le esposizioni, sarà interessante scoprire quelli nuovi».

Quanto ha inciso il covid in questi anni?
«Ci ha costretto a rimettere in discussione tutto, però per le aziende non è stata una grande perdita: questo fatto le ha consentito poi di ripartire».

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Quali sono i posti da visitare?
«Quelli storici come Brera, Tortona, la Statale, Isola, le 5Vie, Porta Venezia».

Le novità?
«Alcova, che non è nuovo come progetto ma è nuova la location dell’ex Macello, Altrove, che è nato a Tortona ma che si svolgerà per la prima volta al Giambellino, il Morel nella vecchia fabbrica di via Gradisca e Drop City».

Parliamo degli stranieri.
«Sono presenti con rappresentanti di aziende, ci sono collettive di Brasile, Ungheria, Austria, USA».

Il Comune ha stabilito l’isola pedonale in Brera e Tortona: c’è il rischio che il Fuorisalone diventi caotico?
«Spero di no, ma il rischio francamente esiste in modo particolare nelle zone citate. E’ bene rispettare le regole, gli orari di chiusura».

C’è il rischio che il Fuorisalone vada oltre il design?
«Certo che esiste, ma questa è la sua forza. Forse non è design quello che si esprime con l’intelligenza artificiale? O con le arti visive? Entriamo nell’ordine delle idee che il design può avere tante specialità diverse».

Maria Porro ha detto a Mi-Tomorrow che il rapporto con il Fuorisalone può diventare positivo pur nella distinzione dei ruoli: cosa ne pensa?
«Sono assolutamente d’accordo, le modalità di lavoro sono diverse, ma c’è la possibilità di collaborare: vi sono aziende che espongono sia al Salone che da noi».

In passato era difficile.
«Diciamo che era impensabile. I tempi sono cambiati, con Maria Porro ci intendiamo e stiamo lavorando bene».

Cosa significa per Milano la Design Week?
«E’ tornato ad essere l’evento più importante dell’anno».

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