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26. 04. 2024 20:56

La politica in mano ai giovani: vi fidate?

Questo l’esito delle ultime tornate elettorali, con Milano che aveva aperto da tempo ai giovani politici: ma c'è da fidarsi?

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La politica in mano ai giovani: è questo l’esito delle ultime tornate elettorali, che in alcuni casi hanno confermato esponenti già presenti da tempo sul territorio ma in molti altri hanno invece visto l’emergere di una nuova generazione di politicanti. La domanda, ora, appare scontata: ma c’è da fidarsi del politico giovane?

La politica in mano ai giovani, Milano era già partita

Di certo in questo quadro eccelle il percorso di Milano nell’ultima tornata elettorale, quella che l’anno scorso ha visto la riconferma di Beppe Sala in carica come Sindaco della città. Perché con la sua rielezione l’ex commissario unico e amministratore delegato di Expo ha portato anche una decisa rivoluzione: una giunta giovane e attenta alla parità di genere, con sei donne e sei uomini a completare la giunta di 12 assessori. Tra queste non vanno dimenticate Gaia Romani, 25 anni, assessore ai Servizi civici e generali; e Martina Riva, 28, assessore con delega ai servizi civici e allo sport, il turismo e le politiche giovanili. Ma in generale quella stabilita da Sala è una giunta molto giovane. Oltre a queste due assessore infatti altri due hanno meno di 40 anni e altri quattro meno di 50. Anna Scavuzzo, 46 anni, è stata confermata vice sindaca mentre Pier Francesco Maran (assessore alla casa al suo terzo mandato), di anni ne ha 41. E poi ancora Lamberto Bertolé (46 anni, assessore al welfare e alla salute), Emmanuel Conte (43 anni, assessore al bilancio), Alessia Cappello (assessora allo sviluppo economico e alle politiche del lavoro, 37 anni) e Tommaso Sacchi (39 anni, assessore alla cultura).

Come Milano, molte altre città in mano ai giovani

A fare un quadro ci aiuta l’assessore Gaia Romani: «I risultati delle elezioni comunali parlano chiaro: c’è una nuovo gruppo di amministratori giovani, non solo pronto a battersi e rappresentare la sua generazione, ma capace di ascoltare, entrare in sintonia e proporre politiche forti e coraggiose nei confronti di chi oggi è più fragile e fa più fatica a far sentire la propria voce. E chissà che, e questa è la sfida più grande, proprio questa generazione non sia la chiave per ridurre il divario sempre più ampio fra cittadinanza e istituzioni, andando ad aggredire la piaga dell’astensionismo e della disaffezione politica». La Romani parla poi del Sindaco di Lodi, di Parma e di molto altro: «Queste e tante altre sono le città, soprattutto nella nostra Città Metropolitana, in cui giovani e giovanissimi sono protagonisti, competenti e fanno davvero la differenza – conclude l’assessora – per esperienza personale so che non basta la vittoria di un singolo per realizzare cambiamenti importanti, perché occorre una rete di relazioni e collaborazioni che va costruita nel tempo, ma sono certa che la strada intrapresa sia quella giusta». Chissà se i cittadini saranno d’accordo nel vedere la politica in mano ai giovani.

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