Continua il nostro viaggio con Sanremo 2024 attraverso i nostri giudizi: una seconda serata più snella dell’esordio, con la variabile dei cantanti che presentano altri cantanti. Un escamotage che funziona, a volte anche molto bene come nel caso di Diodato e Dargen D’Amico. E se Giovanni Allevi ci ricorda il valore della singola vita di ognuno di noi, John Travolta ribadisce la difficoltà del Festival nel valorizzare gli ospiti stranieri. La top five mista fra televoto e radio premia, in ordine, Geolier, Irama, Annalisa, Loredana Bertè e Mahmood.
Sanremo 2024, le pagelle
1 ai detrattori di Mahmood
Che non è il voto, ma il numero di detrattori che ha. A spanne. Non ne sbaglia una.
2 a Leo Gassmann alias Franco Califano
Buona visione.
3 al momento Travolta con Fiorello
Ok prendere sotto braccio la felicità, ma qui si va oltre il coraggio. Troppo all’arrembaggio.
4 al momento Mare Fuori
Che andava quasi tutto bene, asciutto e toccante. Finché non hanno dovuto ricantare la sigla della serie. Non escludo di essere condizionato dalla delusione per le prime puntate della nuova stagione…
5 al momento Travolta con Amadeus
Giustamente prevedibile, anche se un Amadeus davvero senza filtri rende tutto quasi meno drammatico.
6 all’omaggio a Romagna Mia
Una storia di musica infinita che ha segnato l’Italia riceve il giusto tributo (finalmente!) su un palco che ha spesso bistrattato colpevolmente il liscio.
7 a Giorgia
Piglio da navigata, interventi giusti e misurati. In un momento in cui si fantastica parecchio su una conduzione al femminile per il 2025, irrompe Giorgia per una presentazione corale in cui sarebbe perfetta.
8 a Diodato che ringrazia Dargen
Uno dei risvolti più interessanti della presentazione fra cantanti è rappresentato dalla libertà di questi nell’introdurre i propri colleghi. Lodi a Diodato e all’endorsement a Dargen D’Amico nel ricordare le sue parole della sera prima, a notte fonda.
9 a Dargen che “rincara”
Se Diodato offre l’assist perfetto, D’Amico si conferma istrionico oltre il pensabile con una frase già iconica: «Ieri (martedì, ndr) non volevo essere politico, nella mia vita ho commesso tanti peccati ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica». Che dire…
10 alla dolcezza di Giovanni Allevi
L’arte del sapersi raccontare, non più solo attraverso la sua musica. Bellissimo rivedere a un Giovanni Allevi sincero, sorridente, ebbro di speranza. Voglioso di ricominciare per assaporare ogni momento della sua vita. Un momento che ricorderemo.
