Gli autisti di taxi a Milano stanno cercando di contrastare la delibera di Palazzo Marino che mira ad aumentare il numero di licenze nella città di 450 unità. Il loro obiettivo è far sì che si rispetti la legislazione vigente e proteggere la loro categoria, visto che le nuove licenze verrebbero proposte a prezzi molto inferiori rispetto al valore attuale di mercato.
Taxi a Milano, la protesta
I tassisti riitengono che questa decisione possa mettere in pericolo l’equilibrio del sistema di trasporto ideato dal governo e dal parlamento per affrontare l’emergenza trasporti. Il comune di Milano, dal canto suo, ha deciso di indire un bando per 450 nuove licenze, che saranno a pagamento, con il ricavato che verrà suddiviso tra i tassisti attualmente in servizio.
Taxi a Milano, la proposta
Sono previsti incentivi per chi avrà auto adibite al trasporto di persone con disabilità, per chi farà turni serali, notturni o nei fine settimana per 5 anni e per chi rispetterà entrambi i criteri, la riduzione arriverà fino al 40%. Inoltre, i nuovi tassisti dovranno utilizzare auto a basso impatto ambientale e conoscere la lingua inglese.
Taxi a Milano, il ricorso
Le associazioni dei tassisti, tra cui Tam, Satam, Unione Artigiani e i radiotaxi 024040 e 028585, stanno cercando di far valere i loro diritti attraverso un ricorso presentato al Tar contro questa delibera. Vogliono che venga rispettata la legge vigente e che non venga applicata solo la parte che conviene al comune.
Taxi a Milano, la risposta di Arianna Censi
La risposta del Comune non si è fatta attendere, per bocca dell’assessore Arianna Censi che su Facebook ha spiegato: «Un ricorso davvero singolare, con una caratteristica molto marcata, che non giudico ma che noto con grande stupore: parla solo ed esclusivamente di soldi. L’intero impianto del documento è costruito e gira continuamente intorno al tema del costo delle licenze».
Taxi a Milano, chi ci perde
In attesa di vedere come (e quando…) andrà a finire, la riflessione comunque è un’altra: chi ci perde è il cittadino (oltre che il turista). La situazione è diventata insostenibile, con lunghe file tra le stazioni, gli aeroporti e luoghi d’interesse vari. Che i taxi siano pochi è ormai evidente e, in una città che tra due anni ospiterà le Olimpiadi, inaccettabile. Un accordo tra le parti deve essere trovato per il bene di chi sfrutta quello che, è bene ricordarlo, è un servizio pubblico.