Prima ancora di iniziare l’intervista si può capire il disagio che prova una donna ucraina nel vivere lontano da casa. Olena Lesko, 44 anni, abita nel milanese, non parla l’italiano e neppure l’inglese, comunica con la sua lingua madre che le consente un dialogo solo con le persone della sua comunità. A ogni modo accetta di raccontare la sua storia, filtrata da Marika Zabiaka dell’Associazione per la Rinascita dell’Ucraina che da un anno è attiva nel sostenere le persone che cercano rifugio in Italia.
Olena Lesko, dall’Ucraina a Milano: «Grata all’Italia».
Quando è arrivata in Italia?
«Il 23 marzo 2022».
Da quale città proviene?
«Sumy, si trova nella zona nord orientale dell’Ucraina».
L’ha dovuta lasciare perché occupata dai russi?
«E’ stata occupata ma oggi è di nuovo una città ucraina».
Dove si trova la sua famiglia?
«E’ rimasta in Ucraina».
Ha figli?
«Ho un maschio che fa il militare, allo scoppio della guerra i giovani come lui si sono arruolati».
Lo sente, cosa le racconta?
«Sì, siamo in contatto. Mi esorta a stare tranquilla».
Lei ci riesce?
«Dico solo questo: vivono con gli allarmi antiaerei che suonano in continuazione, non c’è luce, ogni due ore spengono il riscaldamento».
I russi comunque non ci sono più.
«Sono sempre a poca distanza».
Ha paura?
«Tanta, per una ragione precisa: Sumy è una città importante, in caso di attacco i russi tornerebbero lì».
Come si trova in Italia?
«Non è una vita facile».
Perché?
«Non si trova lavoro e ora devo ottenere il permesso per restare».
Ci sono problemi per la proroga?
«Dopo un anno il permesso scade, c’è una pratica da fare per potere rimanere, mi auguro che tutto vada bene».
Qual è il suo rapporto con gli italiani?
«Sono stata accolta molto bene, sono molto grata per tutto quello che hanno fatto e che continuano a fare».
