Simone Finetti, volto di Masterchef Academy e tifoso interista, ci racconta il derby.
Inter-Milan, intervista al tifoso Simone Finetti
Simone Finetti, sensazioni per questo derby?
«Dovrà essere bravo Inzaghi a lavorare sulla psicologia dei ragazzi per due motivi: il primo è la situazione Skriniar, con questo mancato rinnovo che rischia di incidere su tutta la squadra; il secondo è la vittoria nel derby di Supercoppa, con il Milan che avrà il dente avvelenato e vorrà una rivincita. Dobbiamo dimenticarci del passato, far finta che il caso Skriniar non esista e giocare con grande concentrazione per vincere anche stavolta, magari di nuovo 3-0…».
Vincere quanto inciderebbe sul prosieguo della stagione?
«Vincendo daremmo un colpo importante per assicurarci la zona Champions, da blindare assolutamente perché è fondamentale. E sarebbe anche un bel segnale al campionato, dimostreremmo di essere vivi e presenti e anche se vincere lo scudetto contro questo Napoli sembra impossibile. In fondo siamo stati gli unici fino ad ora capaci di batterli, qualcosa vorrà pur dire. L’importante è tenere dietro il Milan e tutte le altre, compresa la Juventus che però si è fatta fuori da sola».
Il giocatore dell’Inter che può decidere la partita?
«Lautaro Martinez. È in una condizione straordinaria e nei derby ci ha regalato spesso delle grandi soddisfazioni. Punto tutto su di lui e su Barella, altro giocatore fondamentale. Non sottovaluterei quello che sta facendo Il Cigno di Sarajevo, Edin Dzeko. Sembra un ragazzino con l’esperienza di un trentasettenne: fa delle robe pazzesche. E pensare che a inizio stagione doveva essere il vice Lukaku!».
Il ricordo più bello del derby?
«Di partite, momenti e aneddoti ce ne sono parecchi. Con i milanisti ci sono state sfide storiche. Diciamo che di soddisfazioni noi interisti ce ne siamo tolte negli ultimi derby. Uno dei momenti che ho più nel cuore è il gol di Icardi al 90′ (Inter-Milan 1-0 nell’ottobre 2018, ndr) a Donnarumma, che qualche mese prima aveva indossato la maglietta “Sei bella come un gol al 90’”. Ecco, lì ho goduto sportivamente parecchio».
L’Inter attuale in un tuo piatto.
«Un asado argentino. Una grigliata deliziosa che si cuoce lentamente: per prepararlo serve un po’ di tempo e a volte ti dà la sensazione di non essere mai pronto. Ma quando viene servito in tavola… Beh, è buono da far paura. Così come fa paura l’Inter quando gioca come sa».
