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16. 05. 2024 04:08

We Are Social, nuove denunce per molestie e chat sessiste: «Foto in bikini e classifiche»

Intervistato un ex dipendente dell'azienda

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E’ ormai esploso il caso relativo a We Are Social, agenzia di comunicazione con sede a Milano finita su tutte le prime pagine dopo le denunce arrivate via social per molestie e commenti sessisti. Tutto è partito da un’intervista pubblicata sulla pagina Facebook di Monica Rossi (pseudonimo) a uno dei decani dei creativi italiani Massimo Guastini.

We Are Social, il caso

Guastini in particolare ha svelato i contenuti di una chat interna di una famosa agenzia, che si è poi scoperto appunto essere We Are Social: «Diversi uomini catalogavano e davano i voti chi al c…, chi alle t…, chi alle gambe di queste giovani stagiste che potevano essere le loro figlie. Decine e decine di messaggi ogni giorno. Un solo argomento: quanto sono scop…, fig.., ribalt…. o ces.. le colleghe».

I termini non potrebbero essere più espliciti. «Si va da un capo Team che parlando di una sua sottoposta (con il suo nome e cognome) scrive: “glielo infilerei così tanto nel c… da farle uscire le p… dalla gola” a un nuovo arrivato nel Team, nemmeno da due settimane, che parla così di una collega: “è talmente cessa e grassa che le infilerei un sacchetto in testa e me la sc… comunque, di prepotenza.” Il tutto in una chat, vale la pena ricordarlo, lavorativa in cui i membri più attivi sono i capi dei vari Team di lavoro».

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We Are social, la risposta

L’agenzia in tutta risposta ha diffuso un comunicato: «In relazione alle notizie apparse a mezzo stampa – relative a fatti risalenti al periodo compreso tra il 2016-2017 – We Are Social condanna, da sempre, qualsiasi forma di discriminazione e atteggiamenti inappropriati.  We Are Social è da sempre impegnata nel creare un ambiente di lavoro sano e inclusivo. La società, nel corso degli anni, ha messo in atto numerose iniziative con partner qualificati affinché il benessere e la tutela delle persone siano al primo posto».

We Are Social, nuove testimonianze

Quell’intervista però non ha fatto altre che scoperchiare il vaso e da lì le testimonianze si sono sussegguite, sulla stessa pagina ma anche sul Corriere della Sera che ha intervistato un ex dipendente dell’azienda. «Sostanzialmente si commentavano le ragazze. Ancor prima che una nuova collega arrivasse, giravano i suoi contatti social, le foto in bikini, i nomi degli eventuali fidanzati. E poi commenti al fisico, classifiche. Cose che preferirei non ripetere. Anche io sono stato autore di alcuni messaggi».

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