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26. 04. 2024 06:56

San Siro, il consigliere Alessandro Giungi: «Non vedo un interesse pubblico»

Il dem Giungi ha votato contro il progetto del nuovo stadio

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Alessandro Giungi è uno dei consiglieri di maggioranza a Milano e presidente della Commissione consiliare Olimpiadi e Paralimpiadi per Milano-Cortina 2026, ma quando si è trattato di votare su San Siro ha optato per la posizione contraria a un impianto di nuova fattura.

Alessandro Giungi e il “no” all’abbattimento di San Siro: «L’impatto ambientale della demolizione non è sostenibile»

Come mai questa scelta?
«Io ho votato contro l’abbattimento di San Siro nella passata consiliatura perché, anche con i correttivi richiesti alle società, non vedevo l’interesse pubblico nell’operazione. Lo stadio è funzionale, funzionante, storico, ha ospitato di recente la finale di Champions League, sarà la sede della cerimonia d’apertura di Milano-Cortina. Si fanno tanti concerti. Parliamo del terzo monumento più visto in città».

Ci sono anche altre ragioni?
«L’impatto ambientale di un abbattimento è poco sostenibile, tra macerie e nuovo impianto. Ci vorrebbero migliaia di camion. La zona sarebbe completamente sconvolta».

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Non teme che i club possano decidere di spostarsi altrove?
«Da consigliere devo agire per quello che è il mio intendimento, non perché c’è la minaccia che vadano via. Non mi permetto di dire che si tratta di un’operazione speculativa, ma ripeto: non vedo un interesse pubblico. Vado oltre: nel famoso ordine del giorno presentato dalla maggioranza erano stati posti dei paletti, che non ci fosse l’abbattimento, che ci fosse una parte dedicata agli sport minori. Quello è stato scritto, ma nel nuovo progetto c’è l’abbattimento totale del Meazza. C’è anche un cambio di prospettiva rispetto a quanto richiesto dal Consiglio Comunale».

nuovo stadio di milano

Cosa si aspetta dal dibattito pubblico?
«Il primo a parlarne sono stato io, ricordando che una legge dello Stato prevede questo. Essendo un avvocato mi piace il rispetto delle normative. Ritengo e mi auguro che serva a dare un quadro anche di quelli che sono i tanti aspetti negativi. Si parla poco, ad esempio, del fatto che si potrebbe ristrutturare lo stadio. Ci sono progetti che sono stati presentati e dimostrano il contrario di quanto affermato dalle società».

L’esempio del Real che punta a ristrutturare il Bernabeu può essere un modello da seguire?
«Io non credo che a Madrid siano impazziti. Spero che nel dibattito pubblico ci sia uno spazio importante sul tema della ristrutturazione».

Come crede si chiuderà la vicenda?
«Non mi permetto di avanzare pronostici. Da un punto di vista numerico penso che ci possa essere una maggioranza anche trasversale per il nuovo stadio, ma ci saranno anche dei colleghi che vorranno vederci chiaro. Non sono l’unico consigliere che ha determinate perplessità. Io faccio parte della maggioranza, non sono uno che vota contro. Aggiungo un’ultima cosa».

Prego.
«Le squadre devono versare 9 milioni l’anno per giocare a San Siro e questa cifra verrebbe azzerata. Ricapitolando: c’è un tema ambientale, di funzionalità e di regia del Comune, che ha la proprietà dei terreni in questione. E non dimentichiamo che lo stadio rappresenta solo il 16% di tutto il progetto riguardante il distretto».

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