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06. 05. 2024 01:58

La Cappelletta del Fopponino ieri e oggi: un tesoro nascosto sotto gli occhi di tutti

Costruita nel 1640, la cosiddetta "cappella dei morti milanese" ha attraversato i secoli e ancora oggi testimonia un periodo particolare per la città di Milano

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«Ciò che sarete voi noi siamo adesso / chi si scorda di noi scorda sé stesso»: così recita l’epitaffio di una piccola ma graziosa cappella votiva costruita nel lontano 1640 a Milano, la cosiddetta Cappelletta del Fopponino. Questo piccolo monumento, situato in un angolo appartato della città ma praticamente sotto gli occhi di tutti, ci ricorda un importante momento storico che ancora oggi rimane ben impresso nell’immaginario collettivo. Stiamo parlando degli anni delle pestilenze, quando a Milano morirono migliaia e migliaia di persone.

Che cos’è la Cappelletta del Fopponino?

Oggi la Cappelletta del Fopponino purtroppo non è molto conosciuta. Ciò vale sia per i turisti che per i cittadini. È uno dei tanti tesori che Milano offre ma che probabilmente, come tanti altri, non è mai stato adeguatamente valorizzato. Basti pensare che il monumento, con la sua particolare frase incisa all’entrata ed altri elementi ancora, si trovano nei pressi di piazzale Aquileia. Ogni giorno qui passano centinaia, se non migliaia di persone, che, di fretta e distratte, non si accorgono della sua presenza.

La cappella votiva, per la precisione, è situata all’inizio di via San Michele del Carso. Il suo interno è abbastanza spoglio ma molto particolare: un piccolo ossario a terra (con all’interno alcuni teschi di persone morte per la peste nel XVII secolo) ed un semplice altarino. L’esterno invece è caratterizzato da uno stile barocco, da simboli sepolcrali e, appunto, dall’epitaffio sulla sommità. Un vero e proprio memento mori.

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Cappelletta del Fopponino
L’interno della Cappelletta del Fopponino a Milano (Fonte immagine: Fotogramma)

La cappella sorge sull’antica fossa comune dove trovavano sepoltura i malati di peste e i condannati a morte. Secondo un’antica leggenda inoltre, proprio qui vagava lo spirito di un ladro eretico che aveva dissacrato più di trenta chiese alla ricerca della propria tomba.

Nel corso degli anni questa zona, diventata la sede di uno dei cimiteri più antichi di Milano, ha cambiato vari nomi. Da Fopponino di Porta Vercellina a Foppone di San Giovannino alla Paglia fino a Cimitero di Porta Magenta. Poi le cose cambiarono furono aperti il Cimitero Maggiore e il Monumentale, rispettivamente nel 1859 e nel 1866.

Il nome comunque deriva dal dialetto milanese. In particolare “fopponino” viene fa “foppa” che significa “piccola fossa”. Per estensione dunque questo termine è stato utilizzato per parlare del cimitero che accoglieva i cadaveri degli uomini, delle donne, dei ragazzi e dei bambini morti a causa della peste.

La parola “foppone” invece indicava i giacigli di paglia sui quali venivano accudite le persone appestate che non potevano essere in alcun modo guarite. Venivano allora lasciate in questi spazi prima dell’inevitabile decesso legato appunto alle conseguenze dell’infezione.

La funzione della Cappelletta del Fopponino

Insomma, la Cappelletta del Fopponino, era il luogo nel quale si pregava per tutti i soggetti deceduti nel periodo più duro della peste a Milano. Di tutta la grande ed importante struttura che ospitava la fossa comune e rappresentava uno dei principali cimiteri in città, oggi non resta molto.

E poi, come abbiamo detto prima, ciò che rimane non è particolarmente enfatizzato e valorizzato, nonostante racconti un momento molto importante (e tragico) per il capoluogo lombardo.

La storia di questo luogo ebbe inizio nel lontano 1576 quando in città infuriava la peste e le autorità sanitarie volevano far confluire i cadaveri degli appestati in luoghi al di fuori delle mura della città. Luoghi che venivano destinati alla sepoltura di queste persone, ma anche, spesso e volentieri, dei condannati a morte. E così fu per svariati anni.

Durante la peste raccontata da Alessandro Manzoni, al Fopponino venne annesso anche un lazzaretto di grandi dimensioni. Quando poi finirono le ere delle grandi pestilenze, l’intero complesso venne adibito a cimitero. Oggi però non è più in funzione.

La Cappelletta del Fopponino ieri e oggi

Dell’originario sito rimangono oggi la Cappelletta del Fopponino e la chiesa di San Giovannino alla Paglia (1662). Alle spalle troviamo la moderna chiesa di San Francesco d’Assisi costruita nel 1964 dal noto architetto Gio Ponti. In molti non conoscono il complesso e questo è un peccato.

Il piccolo monumento e la chiesa adiacente, sopravvissuti addirittura alla furia di bombardamenti della Seconda guerra mondiale, rappresentano una preziosa testimonianza di un periodo storico molto significativo per Milano.

La struttura testimonia anche quanto un tempo fosse importante e caro ai milanesi il culto dei defunti. Chi si accorge della sua presenza e decide di varcare la soglia, può trovare anche un certo senso di pace che invita al raccoglimento e alla riflessione personale.

Cappelletta del Fopponino
«Ciò che sarete voi noi siamo adesso / chi si scorda di noi scorda sé stesso». La scritta in cima alla Cappelletta del Fopponino (Fonte immagine: Fotogramma)

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