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03. 05. 2024 07:10

Molce Atelier la “sartoria terapeutica” che aiuta donne, Solari: «Aiutateci ad assumere Yasmin»

A Niguarda questa realtà ha lanciato una raccolta di crowdfunding per sostenere il percorso di una ragazza libanese: «È molto brava – spiega una delle fondatrici – ed è diventata un punto di riferimento per tutte noi»

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A Niguarda, in via Demonte 8, c’è una sartoria terapeutica. Una sartoria che cura esistenze sgualcite perché possano tornare a rifiorire. Si chiama Molce Atelier e crea capi originali e di grande bellezza grazie al lavoro di donne vittime di violenze e abusi, che si trovano in condizioni di fragilità e insicurezza. Il suo obiettivo è quello di offrire un percorso di sostegno psicologico e promuovere l’autonomia femminile attraverso l’apprendimento di un mestiere, grazie all’erogazione di corsi di formazione sartoriale.

Ilaria Solari: « La sartoria Molce Atelier è un lavoro molto richiesto e l’autonomia economica è importante per affrancarsi dalla violenza»

Molce Atelier
 

Il progetto è ora protagonista di una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso, per finanziare l’assunzione per un anno di Yasmin e consolidare il percorso verso la sostenibilità economica e umana dell’atelier. La particolarità di questo crowdfunding sono le “reward”: in cambio di donazioni definite, attraverso una gallery presente sulla piattaforma si possono scegliere delle “ricompense” esclusive, ovvero capi sartoriali unici e originali confezionati dalle sarte di Molce Atelier, con frasi ricamate a mano che promuovono l’empowerment femminile con slogan in tutte le lingue.

A seconda dell’importo può essere una gonna, un pantalone, una giacca o oggetti più piccoli, come una tovaglietta o un borsellino. Fernanda Muniz, sarta ed esperta di immagine; Adriana Morandi, stilista di notorietà internazionale; Paola Maraone, psicologa clinica esperta in genitorialità e violenza di genere; Ilaria Solari, giornalista professionista per 20 anni nella redazione di Elle. Sono loro che hanno deciso di intraprendere il progetto di Molce Atelier, nella certezza che ciò che si è rotto possa essere riparato. Ilaria, che si occupa della comunicazione dell’Atelier, ci spiega come.

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Quando è nato Molce Atelier?
«Nel 2021, sull’onda del lockdown, quando c’è stato un picco impressionante delle violenze domestiche, perché non c’era via di scampo. Noi siamo semplicemente quattro cittadine che hanno sentito la necessità di fare qualcosa: l’atelier che cura».

In che modo cura?
«Sapevamo per esperienza che il lavoro manuale è un potente antidoto alla sofferenza e rafforza l’autostima. Inoltre la sartoria è un lavoro molto richiesto e l’autonomia economica è importante per affrancarsi dalla violenza. Abbiamo immaginato questo rifugio protetto e accogliente dove le donne potessero imparare gratuitamente un lavoro e curare il cuore ferito».

Come siete riuscite a partire?
«Ci siamo candidate al bando del Comune di Milano “La scuola dei quartieri”, abbiamo ottenuto il finanziamento e avviato l’attività. Quindi ci siamo messe in rete con i principali centri antiviolenza della città, ma prima di tutto, banalmente, ci siamo promosse sui social: in un weekend abbiamo saturato i posti disponibili. Questo ci dà la misura della necessità di un progetto come questo»

Come arrivano da voi le donne che ne hanno necessità?
«Nell’anno in cui ci siamo messe in rete abbiamo lavorato principalmente col passaparola: è importante stare sul territorio, perché tante donne non hanno ancora fatto il percorso con i centri antiviolenza, non sanno neanche di potersi chiamare vittime. Hanno il senso del disagio, ma seguendo in nostro sportello psicologico o chiacchierando in laboratorio riconoscono di essere vittime, a quel punto noi le mettiamo in contatto con chi se ne può occupare nell’ambito della rete dei centri antiviolenza. Questo è il vantaggio di stare sul territorio, siamo un presidio e oggi uno dei punti di riferimento del Comune di Milano».

L’obiettivo è l’inclusione lavorativa?
«Dopo un anno e mezzo abbiamo partecipato a un altro bando di crowfunding civico, che ci ha consentito di diventare una realtà produttiva. Il metodo delle reward ci ha permesso di far lavorare le prime 5 sarte per 6 mesi con il Comune. Oggi abbiamo una sarta assunta e alcune che lavorano a contratto, ma l’obiettivo è dare a tutte un contratto stabile»

L’obiettivo dell’attuale crowfunding?
«Col secondo crowfunding, attualmente in essere su Produzioni dal Basso, vogliamo assumere per un anno Yasmin. In Libano ha imparato il lavoro di sarta, ci è stata segnalata da un centro antiviolenza, ha fatto un tirocinio da noi e non vogliamo perderla, perché è molto brava ed è diventata un punto di riferimento per tutte».

Avete molto lavoro?
«Fortunatamente sì e abbiamo tanto bisogno di mano d’opera. L’Istituto Humanitas ci ha ordinato moltissimi capi da regalare ai bimbi che nascono alla clinica S. Pio X. Poi abbiamo delle partnership con alcune aziende che ci consentono di fare dei mercatini per presentare il progetto ai dipendenti e sensibilizzare sulla violenza di genere. E poi c’è la sartoria».

Si rivolgono a voi solo donne vittime di violenza di genere?
«Donne che a vario titolo sono in condizioni di vulnerabilità o insicurezza. Ci bussano alla porta e noi le indirizziamo a Paola, la nostra psicologa, che fa un primo screening e poi le accetta per il corso di formazione gratuito. I corsi sono molto piccoli perché la situazione richiede assistenza. Attualmente abbiamo un corso di 4 persone. In un anno abbiamo assistito 20 donne con i corsi e altrettante con lo sportello psicologico».

Obiettivi futuri?
«Stiamo cercando una sede più grande, magari con uno show room. E siamo aperte al volontariato, se qualcuno sa cucire e ha voglia di dedicarci del tempo ci scriva a : sartoriaterapeutica@gmail.com».

 

IL MERCATINO NATALIZIO

Martedì 19 dicembre dalle 17.00 alle 20.00 Molce Atelier sarà ospite di Ellybeefun (Ripa di Porta Ticinese, 9) per uno shopping natalizio con la nuova collezione e la presentazione del progetto Assumi una sarta. Alle 19.00 lettura teatrale Rispondi ai messaggi, con Cora Marcaccio e Samuele Migone: chat in 3 atti che racconta 7 minuti di una ragazza perseguitata da uno stalker, opera scritta dagli studenti della scuola civica di teatro Paolo Grassi. A seguire brindisi e musica (info@ellybeefun.it)

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