Novità per la Torre dei Moro in via Antonini, il famoso palazzo bruciato a Milano nell’agosto del 2021 che creò tanti disagi alle famiglie che abitavano negli appartamenti. La svolta, ora, è portata avanti da architetti famosi, come Stefano Boeri, Mario Cucinella, Alfonso Femia e Alessandro Scandurra, che si sono offerti gratuitamente al condominio per firmare i progetti preliminari per far partire il restauro del grattacielo.
Palazzo bruciato a Milano, gli architetti famosi in soccorso della Torre dei Moro
Novità, dunque, per il palazzo bruciato a Milano. Che non arrivano purtroppo dal Comune o dai suoi assessorati, come ci si potrebbe immaginare, ma da utenti privati. Architetti in questo caso, di fama internazionale, che hanno deciso di dare una mano alla Torre dei Moro e ai suoi condomini. Perché purtroppo l’iter per la ristrutturazione, come spesso accade in questo paese, procede molto a rilento, causa una macchinosa burocrazia tutta italica che vede in campo magistrati, perizie, assicurazioni e banche.

Stefano Boeri in prima linea
C’è anche Stefano Boeri, tra gli altri, in prima linea per provare a trovare una soluzione; perché è inaccettabile che le famiglie debbano aspettare tre anni (questo è quello che è stato loro comunicato) per rientrare nei rispettivi appartamenti. Senza dimenticare che questa torre si trova molto vicina a quello che sarà poi il villaggio olimpico a Milano-Cortina 2026, che sorgerà allo Scalo Romana: una rigenerazione della torre servirebbe anche come biglietto da visita internazionale fondamentale per la città. Assieme a Stefano Boeri, Presidente della Triennale e autore tra gli altri anche del Bosco Verticale, ci sono anche Mario Cucinella, che sta creando il grattacielo Unipol al quartiere Seimilano a Bisceglie, Alfonso Femia (Docks di Marsiglia e torre rossa Iulm a Romolo) e Alessandro Scandurra (Expo Gate e Uptown a Cascina Merlata tra gli altri).
L’assenza del Comune
I condomini si dicono soddisfatti: «È molto positivo che progettisti di questo calibro abbiano preso a cuore la nostra causa, speriamo sia un volano per tutto il quartiere Sud — spiegano in una nota —. Non nascondiamo però una certa delusione per l’assenza di contatti da parte di istituzioni cittadine, culturali e del tessuto produttivo. Ci siamo sentiti abbandonati: si poteva organizzare un concerto di Natale con il Teatro alla Scala, con i Pomeriggi musicali o quant’altro…».