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05. 05. 2024 12:16

Niguarda, trapiantato un cuore fermo da 20 minuti: fino a un anno fa era impossibile

In un colpo solo di audacia medica e coordinamento di alto livello

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In un colpo solo di audacia medica e coordinamento di alto livello, l’ospedale Niguarda di Milano ha effettuato il primo trapianto cardiaco in Lombardia su un cuore fermo da ben 20 minuti. L’impresa è stata portata a termine grazie all’instancabile dedizione dell’equipe di cardiochirurgia diretta dal brillante Claudio Russo.

Niguarda, l’operazione

La donazione stessa è avvenuta nell’ospedale di Circolo di Varese e ha visto in azione un formidabile team di terapia intensiva e cardiorianimazione, diretti con mano ferma dai dottori Luca Cabrini e Paolo Severgnini, e dal coordinamento ospedaliero di procurement diretto dalla fenomenale Federica De Min. A dar notizia dell’impresa memorabile è stato l’assessore regionale al welfare, Guido Bertolaso.

guardia medica
guardia medica

Niguarda, la novità

Ma veniamo alla vera novità: il cuore in questione è stato donato con nuove tecniche di circolazione extracorporea che permettono di riavviare l’organo anche dopo la morte cerebrale del paziente donatore a causa di gravissime lesioni neurologiche. La legge italiana prevede che in questi casi si debba attendere 20 minuti di assenza di attività cardiaca per dichiarare la morte del donatore. La cosa sorprendente è che solo un anno fa questa norma delimitava un limite invalicabile per la salvaguardia del cuore trapiantato. Oggi, invece, grazie alla miaestria di medici e infermieri coinvolti, quel cuore batte ancora nell’organismo fortunato del paziente ricevente.

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Niguarda, la soddisfazione di Bertolaso

L’uomo deceduto ha dato la vita a un nuovo inizio, perchè al di là della morte, lui ha scelto di donare. La professionalità degli operatori coinvolti, unita alla solidarietà dei familiari del donatore, hanno reso possibile un aumento dei donatori potenziali. L’assessore Bertolaso ha sottolineato la bellezza di un gesto che ha permesso ai malati di avere una nuova speranza, rispettando la volontà espressa in vita dall’amato donatore. Questo gesto, compiuto con umanità e altruismo, ha mostrato che la morte può essere il seme della vita dei prossimi, confermando che un piccolo atto d’amore può generare grandi cambiamenti.

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