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29. 04. 2024 14:47

I dati del primo soccorso in Lombardia, Sironi (AREU): «In tre minuti si possono salvare migliaia di vite»

La defibrillazione e la rianimazione cardipolmonare manuale sono i primi interventi immediati in caso di arresto cardiaco. Prima regola mantenere la calma

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È definita un’epidemia silenziosa che ogni anno in Italia causa 60mula morti. L’arresto cardiaco non conosce età, regole o tempi, può arrivare ovunque e a chiunque. Come molti casi hanno dimostrato, fondamentale è il primo soccorso, il massaggio cardiaco o la rianimazione cardiopolmonare immediata, grazie anche all’apporto dei defibrillatori esterni. Questi aiuti sono fondamentali nei primi 3-5 minuti dall’arresto e potrebbero salvare il 50-70% delle persone colpite, ovvero da 30mila a 42mila vite umane.

Stefano Sironi di AREU: «Esiste un progetto per la formazione al primo soccorso nelle scuole»

La Lombardia è tra le regioni italiane con il maggior numero di defibrillatori sul territorio e di operatori formati e certificati per utilizzarli. Il vero obiettivo in futuro sarebbe quello di formare tutti i cittadini al primo soccorso. «Sapere cosa fare nei primi minuti è fondamentale e va supporto di un sistema di emergenza in attesa dei soccorsi istituzionali» afferma a Mi-Tomorrow Stefano Sironi, direttore Struttura Formazione AREU (Agenzia Regionale Lombarda Emergenza Urgenza).

Quali sono i dati sugli arresti cardiaci?
«Oggi si parla all’anno di più o meno un arresto cardiaco ogni mille abitanti e siamo nella media nazionale di un Paese industrializzato. Per quanto riguarda invece l’intervento dei soccorsi, si parla di 11 minuti di media, tenendo conto anche la geografia di una regione molto vasta come la Lombardia».

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Quanti defibrillatori sono disponibili?
«In Lombardia sono censiti e ufficialmente segnalati ad AREU 17.494 defibrillatori, la maggior parte dei quali di pubblico accesso».

Cosa fare per il primo soccorso non avendo il defibrillatore?
«Per prima cosa non farsi prendere dal panico, chiamare subito il sistema di emergenza 112 o il 118 lasciandosi guidare dall’operatore a cui bisogna descrivere la situazione così da poter ricevere il mezzo di soccorso più adeguato».

Ci sono anche dei vostri corsi per il primo soccorso?
«Sì, circa 530 centri di formazione accreditati in Regione per la diffusione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, primo soccorso, disostruzione delle vie aeree. Ci si può informare sul nostro sito areu.lombardia.it in cui si possono conoscere tutti i corsi accreditati».

A livello governativo si muove qualcosa con la legge 116, in Lombardia sarebbe possibile fare formazione nelle scuole e rendere i corsi obbligatori per tutti?
«Sì, ma è un problema non di risorse economiche ma di risorse umane. C’è però un progetto che è stato presentato alla giunta regionale lombarda, per la formazione del primo soccorso da diffondere alle scuole e quindi agli insegnanti. Il progetto è ambizioso, importante ha bisogno di fondi».

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