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06. 05. 2024 20:19

Verso Sanremo, a Milano con Mr.Rain: «Quella chitarra, a Morimondo…»

Parte da qui, dall’unico trait d’union fra 2023 e 2024, lo speciale MilanoSanremo di Mi-Tomorrow: da rivelazione a conferma, Mr.Rain ritrova il palco dell'Ariston con Due altalene.

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Abbiamo imparato a conoscerlo proprio sul palco dell’Ariston esattamente un anno fa, accompagnato da un gruppo di bambini “con un’ala soltanto”. La sua Supereroi, che parla della rinascita dopo la depressione, ha fatto breccia nel cuore degli spettatori classificandosi così, a sorpresa, al terzo posto. Da allora tutti sanno chi è Mr.Rain, il signore della pioggia venuto da Desenzano Del Garda, ovvero Mattia Balardi. A partire da martedì 6 febbraio lo vedremo come concorrente anche della 74ª edizione del Festival di Sanremo, questa volta con il brano Due altalene, che porterà «un messaggio altrettanto potente».

Mr.Rain torna a Sanremo

Sei l’unico ad essere stato confermato. Un anno dopo.
«Questo non precluderà la stessa emozione della prima volta. Sarò teso, ma più consapevole di ciò che mi aspetta».

La tua conferma, però, sembra avvalorata non solo dal terzo posto.
«Oltre a raggiungere una posizione in classifica per me inaspettata, Supereroi è diventata di tutti, di coloro che, nel corso dell’anno, hanno incrociato la mia strada per raccontarmi di come la loro storia fosse riflessa in quel brano. Ognuno di loro ha avuto la sua chiave di lettura».

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Questa è stata, per te, una vittoria morale?
«Non solo morale. Da artista è normale avere un pubblico che ti chiede una foto o un autografo, ma quello che è successo in questo anno di live è stato sorprendente. Mi hanno raccontato le loro vite, le loro difficoltà e di come Supereroi li abbia aiutati a superarle».

Ti senti in dovere di replicare?
«Sono tranquillo perché porto all’Ariston un brano che rispecchia nuovamente me al 100%, con la differenza che in Supereroi raccontavo, da cantautore, una storia vissuta sulla mia pelle, mentre in Due altalene sarà diverso».

Ovvero?
«Tra tutte le storie che ho incrociato c’è stata una che mi ha colpito profondamente. Quella di un padre che ha perso due figli. Ho sentito il dovere morale di dare spazio a questa storia perché sento la responsabilità di tutte le altre persone che si sono confidate con me, fidandosi di me. La mia “missione” è questa, fare musica sentendomi utile per gli altri».

È sempre stato così?
«Data la mia natura introversa, ho spesso utilizzato la musica per comunicare qualcosa di intimo anche a chi mi era vicino, come affetti e parenti, senza avere il coraggio di dirlo apertamente. La musica è una forma d’arte libera ed è giusto che veicoli messaggi. Per questo considero Due altalene l’eredità di Supereroi, dal messaggio altrettanto potente».

E con lo stesso esito finale?
«Lo scorso anno il mio pensiero era solo arrivare al cuore delle persone, con quel messaggio. Non pensavo minimamente alla classifica finale, lo stesso farò nei prossimi giorni».

Come è nata Due altalene?
«Nasce a Milano, in un parco appena fuori città, forse a Morimondo. Ero con la chitarra e ricordo che il ritornello arrivò subito, poi la prima strofa».

Vista la tematica, come sei riuscito a dare il giusto peso alle parole?
«Ho lavorato al testo insieme a Lorenzo Vizzini, siamo insieme dal 2020 e ormai ci leggiamo nel pensiero. Lavorare con me, però, non è facile. Ad esempio la seconda strofa l’ho cambiata una dozzina di volte e questo denota quanto sia pignolo nel mio lavoro».

È stata ultimata in tempo per presentarla ad Amadeus?
«Non era nata per Sanremo, in realtà. L’ho ultimata in autunno, più di un paio di mesi fa, però so che al primo ascolto Amadeus è stato colpito subito dal messaggio del brano e questo mi rende fiero».

Oltre che pignolo, sei anche scaramantico?
«Lo sono diventato. Sarò costretto a rifare la stessa routine dello scorso anno: flessioni in camerino e pasta al pomodoro ogni sera».

Sei autore anche dei videoclip dei tuoi brani.
«Ci tengo particolarmente a questo aspetto, perché credo che il videoclip debba sempre viaggiare allo stesso passo del brano. La potenza del messaggio passa anche da lì: per Due altalene sarà così, anzi di più. Per comprendere pienamente il brano è necessario guardare anche il video».

Hai descritto quello dello scorso 18 novembre al Forum come il concerto della vita.
«È stato il coronamento di un sogno, il mio primo concerto in un palazzetto, studiato in ogni dettaglio. Ho voluto con me gli stessi bambini del coro protagonisti all’Ariston, li ho richiamati per creare la stessa atmosfera sanremese ed è stato magico. Con me c’erano anche Sangiovanni, Clara, Alfa, che ritroverò in gara».

Replicherai al Forum il prossimo 30 novembre (a Roma sarai il 26). Cosa ti rimane del primo?
«La voglia di non scendere da quel palco. Mi sono goduto ogni attimo, ma è durato troppo poco. Ho registrato le voci del pubblico di quel concerto e le inserirò nel nuovo disco che uscirà il primo marzo».

E Milano?
«Mi sono trasferito qui da quasi un anno. Per ora sono in zona nord, ma conto presto di trasferirmi a sud per essere più vicino al territorio di casa, quello bresciano».

Quindi è una conferma per te.
«Mi trovo bene, c’è un clima che rispecchia molto la mia indole artistica. Mi chiamo Mr.Rain perché scrivo solitamente quando piove, magari a Milano non accade così spesso, ma il suo essere grigia mi tranquillizza e ispira allo stesso modo. La mia Milano è anche quella degli spazi aperti: sono tornato recentemente nel parco in cui ho scritto Due altalene per completare l’ultima traccia del disco, che probabilmente sarà un singolo. Decisamente scaramantico anche qui».

Come sarà il tuo prossimo anno in città?
«Sarà l’anno di chi si è promesso di viversela di più. Non sono riuscito per via del tour che mi ha portato in giro per l’Italia, ma nei prossimi intervalli di tempo libero cercherò casa e le dedicherò più tempo».

Proprio qui, nel 2013, si aprì la tua strada ad X Factor Italia, poi interrotta.
«A distanza di anni non mi sono mai pentito di aver rinunciato a proseguire dopo il primo sì delle selezioni. Sentivo che non era il posto giusto per me, per la mia crescita professionale: sono fiero del lavoro che ho fatto da solo insieme al mio team».

Dieci anni dopo, nel Sanremo 2023, sei stato la rivelazione. Nel 2024?
«Sarò il Mr.Rain che continuerà a mostrarsi per come è. Se sono arrivato all’Ariston come un debuttante cresciuto con Eminem nelle cuffie, oggi sono colui che parla di sentimenti, senza maschere, senza filtri, con il coraggio della propria musica».

IN GARA CON: Due altalene
COVER: Mary con Gemelli Diversi
A MILANO: Sabato 30 novembre alle 21.00, Forum, da 34,50 euro su ticketone.it

Mr.Rain, dietro le quinte – Un bresciano e un bergamasco lavorano così

di Francesco Facchinetti

Bresciano lui, bergamasco io. Sulla carta agli antipodi, ma nella realtà siamo uguali, anche se ci contendiamo la provenienza dei casoncelli. Abbiamo la stessa cultura del lavoro, molto presente nelle nostre vite, siamo pragmatici: quando queste caratteristiche si trovano a lavorare insieme possono accadere molte cose e il caso di Mr.Rain lo dimostra. Questa capacità di realizzazione Mattia l’ha trovata anche trasferendosi a Milano (no, non gliel’ho consigliato io, anche perché sono il primo che non l’ha scelta), perché una crescita professionale passa anche da quella personale.

Quello appena passato è stato un anno pieno di soddisfazioni, di cose arrivate ben oltre le aspettative, come il podio sanremese. In Spagna Supereroi – cantata insieme a Beret – è un successo nelle radio e questo ci porta a produrre il prossimo disco anche in spagnolo. Vedere come un artista si mette a disposizione, anche nell’imparare una lingua da zero, è sempre stimolante. Sono riconosciuto come colui che chiede le cose impossibili, questo è vero, e non mi fermerò qui.

In breve

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