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02. 05. 2024 06:06

Sanremo 2024, primi voti e giudizi delle 30 canzoni in gara. Tanta varietà fra i cinque milanesi: le pagelle

Mi-Tomorrow ha ascoltato in anteprima i brani del prossimo Festival di Sanremo: c’è davvero molta musica, non escludiamo un rischio “crash”

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Trenta brani, nessun compromesso e tanta voglia di musica per tutti i gusti. Si conferma trasversale il bouquet musicale scelto da Amadeus per Sanremo 2024, il 74º Festival della Canzone Italiana; un bouquet svelato in anteprima ai giornalisti, come di consuetudine, nella cornice degli Studi 2000 della Rai di via Mecenate a Milano (e in collegamento anche da Roma). Si conferma la grande accelerata degli ultimi anni su preferenze di brani “ad alto voltaggio”, con tanta dance e poche ballad. Non escludiamo un rischio crash. Tradotto: c’è tanta, tanta musica. E se l’amore resta un cardine indissolubile, le sue declinazioni rendono imprevedibili alcuni testi da scoprire. E da riascoltare, già dal 6 febbraio. Anche perché, ricordiamo, i giudizi che trovate qui sono frutto di due ore e mezza complessive di frullato canoro ad alto tasso d’imprecisione da parte nostra (non a caso, con 6* vi indicheremo quelle canzoni che, crediamo, meritino almeno un secondo ascolto). Può partire il countdown: buon divertimento.

 

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ALESSANDRA AMOROSO
Fino a qui
E se anche lentamente cado giù
da un grattacielo durante il volo
durante il volo, piano dopo piano,
mi ripeto: «Fino a qui tutto bene»
Sempre molto attenta a far parlare la musica prima di lei, è una canzone che sa di riuscire a prendere quel pubblico necessario per il “bottino pieno”. Classicone “alla Amoroso” che si fa forza sui virtuosismi della seconda parte. Si piazzerà.
Giudizio al primo ascolto: 6,5
ALFA
Vai!
Io voglio solo vivere
Sia piangere che ridere
Il cielo sarà il limite
Se stai via dalla strada e via dai guai
Brano dal respiro internazionale, che ammicca alla celebre Renegade degli X Ambassadors e che interpreta al meglio quell’apparente “scanzonamento” che non esclude una profondità di testo e d’animo.
Giudizio al primo ascolto: 7
ANGELINA MANGO
La noia
Muoio senza morire
In questi giorni usati
Vivo senza soffrire
Non c’è croce più grande
Estremamente radiofonica, continua didascalicamente (con qualità, s’intende) la strada lanciata con Che t’o dico a fa’ con la sola ambizione di portare sul palco la sua cifra musicale. Riconoscibile la mano di Madame.
Giudizio al primo ascolto: 6
ANNALISA
Sinceramente
Sto tremando sto tremando
Sto lasciando dei chiari di luna indietro
E tu non sei leggero
Sinceramente
Non abbandona la cifra che l’ha resa una delle regine del pop negli ultimi due anni. E ci mancherebbe che non fosse così. Annalisa ha un pregio: rendere “alto” quello che apparentemente potrebbe non sembrarlo. Travolgente. Si piazza.
Giudizio al primo ascolto: 7,5
BIG MAMA
La rabbia non ti basta
Guarda me: adesso sono un’altra
La rabbia non ti basta, hai cose da dire
Se ti perdi segui me, quel vuoto non ti calma
È il buio che ti mangia e non ti fa dormire
Brano interessante, ma che pare depotenziato rispetto a quello che ci si poteva attendere alla vigilia. Conferma il “flow” che va per la maggiore quest’anno, con grande spazio per sonorità da console.
Giudizio al primo ascolto: 6
BNKR44
Governo punk
Scrivo dentro un garage
La mia testa è un collage
Di canzoni e momenti tristi
Ho finito le chance per chiederti se mi porti via da me
Quella che si può definire una canzone “generazionale”, difficilmente in grado di abbracciare un pubblico vasto. Si “fa ballare”, si “fa cantare”, ma potrebbe restare tuttalpiù nelle tendenze adolescenziali fino al trend successivo.
Giudizio al primo ascolto: 6
CLARA
Diamanti grezzi
Cosa siamo noi?
Solo diamanti grezzi
Cadono in mille pezzi di una storia sola
Dove andremo poi?
Sprezzante nel suo esordio sanremese, non colpisce questa verve per chi l’ha seguita in Mare fuori. Certo, tra “quel bacio con la lingua” e l’amore che è una “sala slot”, difficilmente vincerà il premio Bardotti.
Giudizio al primo ascolto: 6
DARGEN D’AMICO
Onda alta
Hey hey bambino
Questa volta hai fatto proprio un bel casino
Alla contraerea sopra un palloncino
Tutta questa strada per riempire un frigo
Spinge tanto, in un Festival che già spinge abbastanza. Interessante l’esordio del testo che volutamente decidiamo di non spoilerarvi. Occhio solo al rischio “fritto misto” condito da un costante tunz tunz che potrebbe sovrastare tutto.
Giudizio al primo ascolto: 6*
DIODATO
Ti muovi
Tu ancora ti muovi
Qui dentro ti muovi
Cerchi l’ultima parte di me
Che crede ancora che sia possibile
Ballatona che è un marchio di fabbrica, titolo che rispecchia alla perfezione le sue sonorità. Difficile ripetere quel successo clamoroso del 2020, ma è una canzone che piacerà. Tanto. Firma d’autore preziosa, da proteggere.
Giudizio al primo ascolto: 7
EMMA
Apnea
È colpa mia se adesso siamo in bilico
Ma è colpa tua, hai gli occhi che mi uccidono
Lo sai, però, mi fai sentire
Il brivido di stare bene
Tutto fuorché apnea per Emma, che torna in bello stile con un brano coinvolgente e che trasuda la consueta passione. Avvinghiata alla storia che racconta, è un “costante crescendo”. Quale miglior ossimoro per la sua musica.
Giudizio al primo ascolto: 6,5
FIORELLA MANNOIA
Mariposa
Sono la moda, l’amore e il vanto
Sono una madonna e il pianto
Sono stupore e meraviglia
Sono negazione e orgasmo
Una Mannoia tutta (o quasi) nuova, senza freni, fra madonne e orgasmi, orgoglio e libertà. Il brano di una cantautrice che non ha certo bisogno di entrare nelle grazie del pubblico e che è un inno spagnoleggiante all’unicità della donna. Delle donne.
Giudizio al primo ascolto: 7
FRED DE PALMA
Il cielo non ci vuole
Anche solo per un attimo
Rincorrere ancora quel brivido
Sarà fantastico
Morire ancora per te
Mette tutto se stesso, ma anche un po’ di Mahmood e un po’ di Irama. Canzone disco pura, piacevole, anche in questo caso senz’altro generazionale. Ma, tutto sommato, è un prodotto godibile e attenzionabile.
Giudizio al primo ascolto: 6,5
GAZZELLE
Tutto qui
Vorrei guardare il passato con te
Addosso al muro col proiettore
Viverlo insieme un minuto anche tre
Scappare per un po’ da Roma Nord
Interessante e coinvolgente, intimo e coerente. Ma sapeva di essere a Sanremo e di potersela giocare con un brano destinato a crescere, ascolto dopo ascolto. Potrebbe aver fatto bingo.
Giudizio al primo ascolto: 7
GEOLIER
I p’ me, tu p’ te
No no no comm s fa
No no no a t scurda
P mo no, no pozz fa
Si ng stiv t’era nvta
«E tutto quello che ho perso, non posso fare nient’altro». C’era grande attesa per Geolier, in parte ripagata per gli amanti del genere. Testo criptico, non solo per il dialetto imperante. Anche per lui va capita la resa all’Ariston.
Giudizio al primo ascolto: 6*
GHALI
Casa mia
Non mi sento tanto bene, però
sto già meglio se mi fai vedere
il mondo come lo vedi tu
Non mi serve un’astronave, lo so
Non così decifrabile, o forse sì. La verità è che, dai tempi di Cara Italia, da Ghali ti aspetti sempre qualcosa di iconico che difficilmente regge il confronto con quell’esordio così potente. Da riascoltare sul palco dell’Ariston.
Giudizio al primo ascolto: 6*
IL TRE
Fragili
Siamo fragili come la neve
come due crepe
E so che non è facile volersi bene
Stare in catene
Parte da rapper, ma regala un brano godibile con sonorità che – anche nel suo caso – sembrano rifarsi a uno degli ultimi Irama. Canta la fragilità con grande delicatezza e assoluto rispetto. Buon testo.
Giudizio al primo ascolto: 6
IL VOLO
Capolavoro
Cadi dal cielo
come un capolavoro
prima di te non c’era
niente di buono
Il pop li salverà, probabilmente li ha già salvati. E probabilmente siamo anche di fronte al miglior pezzo presentato da loro a Sanremo. Un mix interessante, che argina quell’aulico sempre meno marchio di fabbrica. Per fortuna.
Giudizio al primo ascolto: 6,5
IRAMA
Tu no
Tu sorridevi
Cercavi un modo per proteggermi
Però non c’eri
Quando volevo che tu fossi qui
Conferma il trend positivo di canzoni presentate al Festival, mai banali sia a livello di testo che di tappeto strumentale. Sempre un po’ troppo struggenti, forse questo diventa l’unico limite per un artista dal grande potenziale.
Giudizio al primo ascolto: 6,5
LA SAD
Autodistruttivo
E vomito anche l’anima
per sentirmi vivo dentro ‘sto casino
Affogo in una lacrima
Perché il mio destino è autodistruttivo
Da come ce li avevano raccontati, ci aspettavamo un misto tra L’esorcista e Scream. In realtà La Sad sono un misto (più colorato ed eccentrico) tra i Lost e i Finley. Forse un pelo più costruttivamente depressi.
Giudizio al primo ascolto: 6
LOREDANA BERTÉ
Pazza
Io sono pazza di me, di me
E voglio gridarlo ancora
Non ho bisogno di chi mi perdona
Io faccio da sola, da sola
Ritorna ripartendo da dove aveva lasciato. Versione incisa di grande potenza, indubbiamente radiofonica, con un testo che ha tutte le sfumature di una vita presa a morsi. Da “pazza” a “santa”, ma facendosi sempre una “carezza”. Infinita.
Giudizio al primo ascolto: 7,5
MAHMOOD
Tuta gold
Mi passerà
Ricorderò i gilet pieni di zucchero
Cambio numero
5 cellulari nella tuta gold, baby non richiamerò
Il coraggio di chi non ha paura di mostrarsi fino all’essenza e di raccontare, a tratti immaginare quello che abbiamo imparato essere il suo mondo, fin da Soldi. Tanto “ghetto”, virtuosismi “alla Mahmood”. Il suo mondo, ancora una volta in evoluzione.
Giudizio al primo ascolto: 6,5
MANINNI
Spettacolare
Ma abbracciami abbracciami
che è normale
Stringerti forte
è spettacolare
C’è un po’ di canzone in questi cliché, ma va anche dato il beneficio del romanticismo a un esordiente che sa di calcare il palco dell’amore in musica per eccellenza.
Giudizio al primo ascolto: 6*
MR.RAIN
Due altalene
Griderò, griderò il tuo nome
fino a perdere la voce
sotto la pioggia sotto la neve
sospesi in aria come due altalene
Un brano equilibrato, con un buon testo e con una storia che si può seguire facilmente, strofa dopo strofa. Siamo nel “sanremese spinto”, ma in questo caso non guasta. Potrebbe piazzarsi.
Giudizio al primo ascolto: 6,5
NEGRAMARO
Ricominciamo tutto
E allora piove da quel buco sulle teste,
sì, ma non fa niente.
Tanto si riparte:
non so nemmeno dove.
La canzone giusta, né più né meno. Decisamente sottovalutati nei pronostici della vigilia, la resa sul palco dell’Ariston potrebbe davvero fare la differenza. Non aspettatevi il “solito” Sangiorgi. Può giocarsela, eccome.
Giudizio al primo ascolto: 7,5
RENGA NEK
Pazzo di te
E lo sa solo Dio
chi è più pazzo di me
sotto questo mantello
di cielo!
Quello che ci si può aspettare. Testo scorrevole, una ballatona da Festival anni ‘90. Voci calde e potenti, per un brano che stupisce più che altro nella visione che offre dell’amore, a tratti un giudice spietato. Un «miserabile». Boom boom.
Giudizio al primo ascolto: 6
RICCHI E POVERI
Ma non tutta la vita
Dammi retta, scendi adesso in pista
Gira, gira, girerà la testa
Non ti vedo, dove sei finita
Tanto lo sai che ti aspetto, ma non tutta la vita
Che confusione… Ma che ritmo! In un Sanremo in cui si balla tanto, i Ricchi e Poveri si ritagliano il loro posto al sole potendo anche contare, tra gli altri, sulla grande penna di Cheope. Viva chi si rimette in discussione, sempre.
Giudizio al primo ascolto: 7
ROSE VILLAIN
CLICK BOOM
Ricordo ancora il suono click boom boom boom
Senti il mio cuore fa così boom boom boom
Corro da te sopra la mia vroom vroom vroom
Prendi la mia baby click boom boom boom
Poteva avere una sorta migliore senza il ritornello, anche perché la voce di Rose Villain è decisamente interessante. Rischia solo di essere un po’ stucchevole questo amore visto necessariamente come un «proiettile».
Giudizio al primo ascolto: 6*
SANGIOVANNI
Finiscimi
Finiscimi
Fammi sentire quanto sono pessimo
Quanto ti ho mancato di rispetto, di rispetto
Non dicendoti la verità
Né carne, né pesce? Conterà molto la resa live, ma al momento la (lenta) versione radio rischia di rimanere un po’ annacquata nel mare magnum delle proposte di quest’anno. E non può bastare il riferimento all’amata che fu.
Giudizio al primo ascolto: 6*
SANTI FRANCESI
L’amore in bocca
Mi hai lasciato con l’amore in bocca
senza farlo apposta
sono le ultime gocce di pioggia.
Scivoliamo sopra i tetti prima di cadere a pezzi
Una delle canzoni più “compiute”, equilibrate, ragionate di questo Festival. Testo non “da Bardotti”, ma siamo assolutamente nella media dell’anno. Incuriosisce la resa live, potrebbe essere una sorpresa all’Ariston.
Giudizio al primo ascolto: 7
THE KOLORS
Un ragazzo una ragazza
Un ragazzo incontra una ragazza
La notte poi non passa, la notte se ne va
Un ragazzo incontra una ragazza
Le labbra sulle labbra, poi che succederà
Quest’estate parlavano di «Festivalbar con la cassa dritta», dritta al punto da proporre un brano da Festivalbar a Sanremo. Che possa funzionare? Su TikTok senz’altro, nonostante un testo un po’ basico. Ma la canteremo fino all’estate.
Giudizio al primo ascolto: 6

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