Per un derby italiano in semifinale di Champions League serve che la squadra di casa in Inter-Benfica faccia la sua parte. La conditio sine qua non è legata alla partita di domani alle 21.00 al Meazza, visto che dall’altro quarto di finale uscirà per forza vincente una squadra tricolore, forse addirittura un’altra milanese (si saprà stasera). Il 2-0 dell’andata a Lisbona aiuta: è l’unico acuto di un aprile per il resto vissuto in totale assenza di vittorie.
Passi per il pareggio a Torino con la Juventus, buon risultato in una semifinale di andata di Coppa Italia in trasferta, le altre gare sono state un accumulo di delusioni. Tranne la Champions. A vederla così, sembra che i giocatori abbiano usato il campionato come un accumulatore di energie da canalizzare nell’impegno europeo. Scelta, per quanto portatrice di buone nuove in Coppa, assolutamente suicida in Serie A e che prefigura sempre di più un all-in sul palco continentale.
Inter-Benfica, rebus Inzaghi
Nel divorarsi le unghie per un campionato in cui, Napoli a parte, l’andatura per la lotta Champions era ampiamente alla portata persino concedendosi qualche frenata (ma non undici sconfitte), Inzaghi si è lasciato un pezzetto sopra le dita con cui resta aggrappato alla sua panchina. Un morso sbagliato contro il Benfica e il posto scapperebbe del tutto.
Steven Zhang è per i bilanci a fine stagione, dovrebbe però piegarsi davanti all’evidente dèbacle che tutti, in casa Inter, vogliono evitare di aggiungere al quadro complessivo. L’Inter versione Champions fa ben sperare, lo scenario del Meazza un po’ meno: i continui sold-out da oltre 70mila spettatori non hanno spinto la squadra, anzi, considerate le tre partite consecutive in casa senza segnare nemmeno una volta. Non era ancora successo nella storia del club ed è una prima di cui poco ci si vanterà, tra i protagonisti.
