Presso il Boga Space, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del progetto K2-70, la prima spedizione femminile italiana e pakistana sul K2. Questo progetto, promosso dal Club Alpino Italiano e patrocinato dai Ministeri del Turismo e degli Esteri, commemora il 70º anniversario della storica spedizione del 1954, guidata da Ardito Desio, che conquistò per la prima volta la vetta del gigante del Karakorum.
K2-70, l’evento
Settant’anni dopo quell’impresa epica, il CAI si propone di oltrepassare la mera dimensione dell’impresa sportiva. Nell’estate di quest’anno, nove donne – quattro italiane, quattro pakistane e una dottoressa – partiranno per affrontare la seconda vetta più alta del mondo. Il loro obiettivo non è solo lasciare un segno nello sport italiano, ma anche apportare un impatto sociale e umano significativo.
K2-70, partecipanti
Le protagoniste di questa spedizione sono state presentate durante l’evento organizzato dal CAI insieme all’associazione EvK2CNR, specializzata in ricerca scientifica e tecnologica in alta quota. Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim, la dott.ssa Lorenza Pratali: sono state le protagoniste della giornata di presentazione del progetto organizzato da Cai con EvK2CNR, associazione che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in alta e altissima quota.
K2-70, dichiarazioni
Il Presidente Montani ha sottolineato che il CAI, dopo cinquant’anni, organizza nuovamente una spedizione alpinistica, guardando non solo alla prestazione sportiva, ma anche all’impatto sociale e scientifico. Quest’anno segna il 70º anniversario della prima ascensione al K2, offrendo un’opportunità per investire nella pratica alpinistica, che è il cuore pulsante del CAI.
L’ascensione delle atlete lungo lo Sperone degli Abruzzi non è solo un’impresa alpinistica, ma anche un’opportunità per la formazione, la ricerca e la promozione di valori culturali e sociali. Ogni membro del team porta con sé una storia di determinazione, conquiste e dedizione all’alpinismo, contribuendo a una spedizione che dimostra ancora una volta il potenziale delle donne nel raggiungere risultati straordinari.