Sembrava quasi fatta. Oggi la coalizione del centrodestra si sarebbe dovuta riunire a Roma per indicare finalmente il nome del candidato sindaco per Milano. Il personaggio più accreditato nelle ultime ore era Oscar Di Montigny, il manager di banca Mediolanum. Tuttavia, alcune sue dichiarazioni non sono piaciute a Berlusconi. Risultato? Montigny si è defilato dalla corsa a Palazzo Marino e la riunione di oggi è stata rimandata a data da destinarsi.
Montigny: «Io non posso far parte di questa politica»
«Per Milano non serve una città degli anni ’80 o ’90, con le bollicine – ha dichiarato ieri il manager -, ma un progetto, un’idea, idee condivise, comunione. Destra e sinistra non esistono più, gli ‘ismi’ non esistono più e se esistono io non posso far parte di questa politica, forse sono anacronistico».
Montigny aveva in mente un futuro non in contrapposizione con il progetto iniziato da Sala, ma piuttosto in continuità. «Mi sarei voluto pensare complementare a Sala in un processo costantemente in evoluzione – ha concluso -. Non c’è da rinnegare il passato, bisogna interrompere la narrativa della maldicenza dobbiamo costruire».
E adesso?
In questo momento aleggia un grande punto di domanda sul candidato del centrodestra. Salvini vorrebbe mantenere l’opzione Albertini come vicesindaco, ma non vorrebbe un candidato politico come Maurizio Lupi, nome che al momento torna in pole. Non resta che attendere, anche se il tempo stringe sempre più.
