La prima al Teatro alla Scala di Milano dell’opera Boris Godunov è stata una «voce nel deserto» sullo sfondo della «rimozione della cultura russa» in Occidente: il commento è del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dall’agenzia Tass.
Boris Godunov, Peskov: «Cultura russa patrimonio dell’umanità»
«Per quanto riguarda questa rimozione – secondo Peskov – c’è ancora qualche sprazzo di ragionevolezza. In particolare la prima del Boris Godunov che si è svolta questa settimana a Milano, dimostra a mio avviso che non c’è assolutamente bisogno di abolire la cultura russa, che è meravigliosa e fa parte del patrimonio dell’umanità».
Alla Scala 13 minuti di applausi
Un trionfo straordinario quello del Boris Godunov di Modest Petrovič Musorgskij, diretto dal maestro Riccardo Chailly e con la regia di Kasper Holten: il pubblico della Scala ha omaggiato l’opera con 13 minuti di applausi. Un successo che ha visto anche tutti gli occupanti del palco reale, a cominciare dal Capo dello Stato Sergio Mattarella (presente insieme al presidente del Consiglio Giorgia Meloni), in piedi ad applaudire.
Chailly: «Capolavoro bistrattato»
«L’arte ha un’attività sia nella parte creativa, sia di esecuzione completamente indipendente ed è giusto che così sia. Ha un suo percorso e rimane nel tempo»: di questo è convinto il direttore Riccardo Chailly, dopo il successo del Boris Godunov che ha aperto la stagione della Scala. «È un capolavoro che avevano bistrattato ed oggi è una delle opere più amate al mondo. Non è solo un capolavoro – ha concluso – ma un patrimonio dell’umanità».
Numeri eccezionali in tv
E sono stati quasi un milione e mezzo gli spettatori che mercoledì sera hanno guardato in tv Boris Godunov, l’opera che ha inaugurato la stagione lirica della Scala. Dalle 18 alle 21:30 gli spettatori sintonizzati su Rai 1 sono stati 1.495.000 con uno share del 9,1%. Si tratta del dato più basso degli ultimi anni, lontano dal record di 2 milioni 856 mila spettatori di Tosca, ma comunque positivo considerando che il capolavoro di Musorgskij è decisamente meno conosciuto ed è cantato in russo.