Con un annuncio a sorpresa, Irama e Rkomi pubblicano il loro primo joint album dal titolo No stress (Warner Music Italy/Island Records), già anticipato dal singolo Hollywood. Non è la prima collaborazione tra i due artisti multiplatino – 44 Irama e 24 Rkomi -, ma pochi avrebbero ipotizzato che 5 gocce e Luna piena sarebbero state solo un assaggio di un importante lavoro insieme. I due annunciano anche il No stress Tour, la tournée nei palasport che arriverà da novembre (tappa al Mediolanum Forum di Assago mercoledì 6 dicembre alle 21.00, biglietti da 40,25 euro su ticketone.it).
Irama e Rkomi a dicembre saranno al Forum di Assago per presentare il primo joint album No stress
Perché No stress?
Rkomi: «L’abbiamo scelto per esorcizzare quell’aspettativa che un lavoro come questo comporta. Arriviamo da due momenti di carriera ben distinti, con diversi successi alle spalle, che possono destabilizzare e creare tanta aspettativa, appunto. Vogliamo definire l’album come solare e godibile, in cui c’è anche un pizzico di ironia e leggerezza, per questo No stress».
Come vi siete conosciuti?
Irama: «Fu Mirko (Rkomi) a cercarmi per andare in studio e provare a fare insieme qualcosa. Fu subito chimica, la nostra è una collaborazione che nasce da un solido rapporto personale, di stima».
Una collaborazione non solo musicale.
I: «Abbiamo avuto modo di conoscerci bene anche sul set del game show Celebrity Hunted (su Amazon Prime), dove abbiamo fatto squadra».
Qual è il punto di forza di questo disco?
R: «La varietà. In un album che spiega il nostro universo sonoro, ci muoviamo sia su terreni già collaudati da entrambi, sia su nuovi, e questo è merito della direzione artistica di Shablo, come si sente bene in Hollywood».
Quale sound è uscito fuori?
I: «Qui, ad esempio, si sentono le atmosfere tipicamente estive della California anni ’90, che rendono omaggio a G-Funk di Dr. Dre e collettivi come Parliament Funkadelic. Ci siamo chiusi in una villa a Los Angeles per cercare la matrice musicale adatta per unire le nostre identità e creare un progetto unico».
Lavorando insieme cosa avete scoperto di voi?
I: «Di Mirko ho apprezzato la sua capacità di far “suonare” le parole anche quando, apparentemente, non funzionano. Lui è molto tecnico, io sono più schiavo del suono dal punto di vista emotivo: queste nostre differenze hanno permesso di lavorare bene, imparando molto l’uno dall’altro».
E di milanese cosa vi accomuna?
R: «La dedizione al lavoro e la fame, ma non per la fama. Su questo il nostro background è molto simile».
I: «Arriviamo entrambi da contesti periferici, io sono cresciuto a Monza, lui a Calvairate. Sappiamo cosa vuol dire partire da zero».
Anche i feat sono milanesi.
I: «Sono collaborazioni che si sono chiamate, alla fine, da sole. C’è Guè in Sexy, Ernia in Figlio unico: nulla in questo disco è stato deciso a tavolino, tutto è arrivato in maniera assolutamente naturale e ci piace per questo».
Lo presenterete anche con un tour.
R: «Volevamo fortemente che questo lavoro avesse, poi, una prospettiva live. Ogni concerto vedrà oltre due ore di show, in cui non solo presenteremo il disco, ma porteremo anche i nostri brani più amati, e non escluderemo anche incroci inaspettati».