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04. 05. 2024 07:33

Marco Masini riparte dall’Arcimboldi: «Ma ho rischiato di mollare tutto»

L'artista si prepara al ritorno live agli Arcimboldi: «Bastano una, due o tre cose che ti sistemano tutto»

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Ha festeggiato il trentennale all’Arena di Verona e da pochissimo la vittoria, sì, allo Zecchino d’Oro. Adesso il vincitore di due Festival di Sanremo torna con due grandi live al Teatro degli Arcimboldi, lunedì e martedì prossimi. L’immagine (molto hipster) sulle locandine del tour di Marco Masini è quella di un uomo che la vita l’ha attraversata e che sembra averla capita, ormai lontano dal Vaffanculo urlato a tutta voce nel 1993.

Marco Masini, l’intervista: «Ho rischiato di mollare tutto»

Come stai?

«Molto bene, ho finito anche di fare l’uomo incantato di fronte alla pioggia, perché a me la pioggia non piace. Quando la vedo m’incanto quindi preferisco aspettare il sole, tipo stamani mi sono svegliato con il sole ed è già un altro tipo di giornata».

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Cosa pensa oggi Masini del Disperato che nel 1990 vinse tra le “Novità” a Sanremo?

«Era una canzone superiore a quello che si potesse immaginare, anche se sentivamo che la canzone era importante e dava un messaggio per quella generazione. Era interpretata con una voce anche più immatura, quindi di conseguenza ancora più disperata».

Cosa serve per rendere “normale” la vita di un disperato?

«Credo bastino una, due o tre cose che ti sistemano tutto e ti indirizzano verso un futuro anche abbastanza inimmaginabile. A me sono veramente bastate tre note, perché disperato è composto da tre note che poi vengono ripetute in maniera ciclica da strofa e da ritornello. Non credo che potesse desiderare di più un ragazzo a 24 anni, alla ricerca di una dimensione musicale finché gli capitò la fortuna di rovesciare completamente il proprio futuro, rendendolo bellissimo».

Trent’anni di carriera. Più di trenta tour organizzati. Sanremo vinto due volte. C’è stato un momento perfetto?

«È stato quello della più grande difficoltà, quando ho deciso di smettere di fare questo mestiere perché avevo problemi con le case discografiche. Ci sono stati attacchi abbastanza duri nei miei confronti ed era difficile respingere un esercito così forte. Ma è così che impari ad essere grande. Ti rinforzi. È come essere in palestra e dover tirare su ogni giorno un peso più pesante».

Cosa apprezzi di Milano?

«Tanto per cominciare è la musica. È migliorata tantissimo e ha fatto un salto “europeo” incredibile. Mi piace la gente, ha creduto nella mia adolescenza musicale ai tempi dell’etichetta discografica “Ricordi”. Era il mio punto di riferimento con Mario Ranni, con Maurizio Miretti, Giovanni Pogio, Fabio Boldi. Ho vissuto praticamente tre anni a Milano con Giancarlo Bigazzi (il produttore, ndr). Tre anni indimenticabili».

Lunedì e martedì alle 21.00

Teatro degli Arcimboldi

Viale dell’Innovazione 20, Milano

Biglietti da 34,50 euro su ticketone.it

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