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01. 05. 2024 08:34

Post buio l’esordio di Kaze: «Milano, prima mi hai distrutta, poi mi hai dato tutto»

Esce oggi il primo disco della cantautrice, attrice ed ex infermiera, l’artista dalle origini burundesi e napoletane

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Quando nulla è dato per scontato, i successi si respirano a pieni polmoni. Paola Gioia Kaze Formisano, in arte solo Kaze, pubblica oggi il suo primo album, Post buio. Dopo il successo anche della seconda stagione della serie di Sky Call my agent, in cui interpreta Sofia, è pronta a raccontare le sue mille vite in musica. «Credo molto in questo disco. Avevo fatto un patto con me stessa: essere felice».

Il disco d’esordio di Kaze che racconta il suo «limbo emotivo»

La musica ti accompagna da sempre, nel disco troviamo anche brani scritti molto tempo fa?
«L’ultima traccia è una delle prime che ho scritto e tenevo che rimanesse così, intatta. Mi piaceva l’idea di chiudere questo progetto con il mio inizio. All’interno di Post buio ci sono pezzi nati in contesti molto diversi, mi sono accorta che la mia scrittura è cambiata molto nel tempo».

Nella tua vita è sempre stata importante la scrittura?
«Molto. Mi piace molto scrivere e amo farlo da sola. Una delle mie sfide in questo disco era migliorare il modo di esprimermi, rendere i concetti sempre più chiari. Sto già cominciando a scrivere cose nuove. Quello che noto è che ora trovo tra le mie parole maggiore maturità».

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Hai definito Post buio come un limbo emotivo, ti capita di viverlo spesso?
«Costantemente, è la mia zona di comfort. Ho vissuto molti momenti bui nella mia vita. Soprattutto tra la fine del liceo e l’università ho affrontato difficoltà famigliari che ritenevo troppo grandi per me. Ho perso mio padre a diciotto anni, lì ho visto il buio».

E poi?
«Il dolore è imprevedibile. Tutti questi momenti sono riuscita a elaborarli in questa fase di post buio: non stavo ancora bene, non ero felice, ma percepivo un senso di calma che mi aiutava a elaborare il tutto».

I tuoi brani sono autobiografici, ce n’è uno che hai dubitato se condividere con il pubblico o meno?
«Sicuramente Caramelle che ho scritto per mia sorella, la persona che amo di più e che voglio proteggere. Volevo scrivere qualcosa per lei e che fosse all’altezza. Quando l’abbiamo ascoltata insieme è stato un momento bellissimo».

Dopo tanti spostamenti, oggi vivi a Milano.
«È stato un trasferimento inaspettato, mi piaceva Roma. Ai tempi facevo l’infermiera e le offerte su Milano erano sicuramente migliori. È stata una città che inizialmente mi ha distrutta, poi mi ha dato tutto: il mio sogno e le possibilità di realizzarlo».

C’è un posto che ti fa sentire a casa?
«Sicuramente le Colonne di San Lorenzo, è la mia zona preferita, mi ricorda la vita a Roma».

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