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26. 04. 2024 04:17

Alessandro Giungi, un consigliere da record: «Quasi 500 volte in aula grazie alla passione»

Alessandro Giungi (Pd) raggiunge il traguardo del più presente in consiglio comunale

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Una particolare sensibilità per i diritti civili e le tematiche sociali per le quali dedica gran parte del suo tempo uniti a un rigoroso impegno nelle istituzioni. Sono alla base delle quasi 500 sedute totalizzate da Alessandro Giungi a Palazzo Marino: a Mi-Tomorrow l’esponente del Pd spiega quale significato attribuisce a questo traguardo.

Alessandro Giungi: «Ho totalizzato il 100% delle presenze»

Alessandro giungi
Alessandro Giungi

Quand’ è stato il suo primo consiglio?
«Nel marzo del 2013, dopo due anni dalle elezioni subentravo a Carmela Rozza dimissionaria in quanto primo dei non eletti».

A quanti consigli ha partecipato?
«A 496 in sei anni da consigliere perché anche nel 2018 sono succeduto a Paola Bocci come primo dei non eletti. Ci tengo a sottolineare che ho totalizzato il 100% delle presenze».

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Come ha fatto a non mancare mai?
«Non è stato facile, sono stati spinto dal mio interesse a partecipare: la mia percentuale di voto è del 95%, tra le più alte, non sono uno che va in aula per venti minuti a poi l’abbandona».

Anche in commissione è così assiduo?
«Non ci sono statistiche, è un’altra modalità di lavoro».

Cambierebbe qualcosa nell’organizzazione dell’aula?
«Annullerei le sedute di notte che costringono i consiglieri a dormire in aula. E’ vero che sono già stati contingentati i tempi ma è una cosa che va superata, l’opposizione deve potere utilizzare gli strumenti per svolgere il suo compito ma non questo».

Ricorda discussioni di alto livello a Palazzo Marino?
«Ce ne sono state tante, posso citare quella su una delibera di iniziativa consiliare, dove c’era la mia firma, per attribuire la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki. Poi quelle sui provvedimenti, durante la pandemia per aiutare i lavoratori in difficoltà e quella sullo stadio dove sono emerse idee al di fuori degli schemi politici, in consiglio comunale c’è grande libertà di pensiero».

Quanto il consiglio è rappresentativo della città?
«Questo in carica lo è in modo particolare, ci sono tante consigliere, l’età media è più bassa che in passato, c’è un’eterogeneità di mestieri, professioni. Il discorso vale anche dal punto di vista della provenienza, c’è un po’ tutta l’Italia».

Come giudica il livello?
«E’ un buon consiglio, non è sganciato dalla città».

C’è qualche consigliere della maggioranza che stima in particolare?
«Vado d’accordo con tutti anche se sono indipendente».

E nell’opposizione?
«Direi Abbiati della Lega e anche Palmeri e Mascaretti».

Qual è l’attenzione della città verso la vostra attività?
«C’è una grande attenzione dei giornali, i cittadini ci seguono alcuni in presenza, quando era possibile, altri in streaming che registra un buon numero di ascoltatori: non ci possiamo lamentare, c’è la giusta attenzione».

Si ricandida?
«Faccio l’avvocato dal ’98, sono un libero professionista, per svolgere questo incarico sottraggo tempo alla professione e alla famiglia ma lo faccio con passione, con impegno. Vediamo se i cittadini vorranno confermarmi».

Oggi la politica sembra attirare poco, come si spiega la sua passione?
«Posso dire questo: la prima volta alle elezioni ho ottenuto 670 preferenze, quando entravo in consiglio mi sembrava di farlo assieme ai miei elettori».

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