Il racconto di Atlantis parte dall’Ucraina orientale, in un futuro molto prossimo. Un deserto inadatto alla presenza umana. Sergeij (Andriy Rymaruk), un ex soldato che soffre di stress post- traumatico, non riesce ad adattarsi alla sua nuova realtà: una vita a pezzi, un Paese in rovina. Quando la fonderia in cui lavora chiude definitivamente, Sergeij trova un modo inaspettato di cavarsela, unendosi alla missione volontaria del Tulipano Nero, specializzata nel recuperare cadaveri di guerra. Lavorando accanto a Katya (Liudmula Bileka), capisce che un futuro migliore è possibile.
Atlantis, Vasyanovych porta l’Ucraina del futuro al cinema
Imparerà a vivere senza la guerra e ad accettarsi per quello che è? Nei giorni del drammatico conflitto tra Russia e Ucraina, Atlantis di Valentyn Vasyanovych è un film che non lascia indifferenti. Vincitore di Orizzonti a Venezia 76, il lungometraggio del regista ucraino si sofferma sulla violenza disumana della guerra e al contempo sviluppa un’importante riflessione sull’uomo e sull’anima dei soldati che sopravvivono.
Grandissimo lavoro sulla messa in scena cinematografica, con lunghi piani sequenza e inquadrature geometriche che ritroviamo anche in Reflection, arrivato nelle sale italiane poche settimane fa. Sontuosa l’interpretazione di Andriy Rymaruk: nessuno come lui, ex militare, avrebbe potuto raccontare le sofferenze e il dolore del conflitto russo ucraino. Atlantis è distribuito in Italia da Wanted Cinema.
In sala 11-12-13 aprile
Paese: Ucraina
Durata: 106 minuti
Regia: Valentyn Vasyanovych
Genere: drammatico
Voto: 8,5