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29. 04. 2024 10:17

Colapesce Dimartino, è di nuovo hit: «A Milano abbiamo fatto Splash»

Il ritorno a Sanremo di Colapesce Dimartino è all’insegna della poesia. Con un aneddoto…

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Dopo i fasti fortunati di Musica Leggerissima nel 2021, Colapesce Dimartino tornano al Festival di Sanremo con Splash. Il brano è da una parte la descrizione di un disagio e, dall’altra, un elogio al tempo di libero di qualità. Curioso che a ispirare la canzone sia stata propria la movida milanese.

Colapesce Dimartino tornano all’Ariston con Splash

Colapesce Dimartino, ma è vero che Splash nasce a Milano?
«Milano c’entra, ma il discorso è molto più ampio. Splash è il paradigma dell’uomo che si riempie di lavoro per non vivere. In questo momento è qualcosa che coinvolge tutto il mondo, soprattutto dopo la pandemia. Certo, a Milano la gente va in giro carica di aspettative. Ogni tanto, guardando lo skyline, lo immaginiamo pieno di persone con sogni e aspirazioni. Quindi sì, Milano naturalmente c’è. Ma c’è anche la voglia delle persone di raggiungere obiettivi e perdere tanto tempo sulla strada evitando la vita: questo è il fulcro della canzone. La frase “Ma io lavoro per non stare con te” ci ha fatto venire in mente il concetto, lo splash può essere divertente, ma anche tragico».

Un po’ come la copertina del singolo, una foto di Piero Percoco.
«Percoco è caro amico. Ci siamo conosciuti qualche anno fa in Puglia ed è bravissimo. Non è una foto di posa, perché lui ruba scatti. Sono tutte foto naturali non preparate. Lui è bravissimo a raccontare le solitudini e il disagio, ma in forma mai patetica e mai screditante. C’è sempre una forma di romanticismo e poesia nelle sue immagini. Essendo amanti anche della fotografia, abbiamo pensato subito a lui per Splash. La foto, come la canzone, ha due livelli di lettura: è sereno o rassegnato? Ha fatto il bagno? Piero è un poeta più che un fotografo e noi siamo sempre a favore della poesia».

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Colapesce Dimartino
Artwork: credit Simon the Graphic

E Azzurro come cover?
«Azzurro e Splash si parlano, c’è qualcosa che le richiama. Ci sembrava bello portare un pezzo che potesse richiamare il nostro inedito. Ed è una delle canzoni più popolari anche se ha mantenuto un’autonomia linguistica. Per i tempi in cui uscì, Azzurro conteneva termini inusuali, mischiava diversi livelli di lettura. In questo senso, ci sembrava la canzone ideale. Carla Bruni è un personaggio molto noto in Francia, come lo è Paolo Conte. Si adatta tanto ad Azzurro, soprattutto nella prima parte».

Ma c’è anche un elogio al tempo libero o è solo una critica contro lo spreco del tempo?
«Sicuramente, ma non inteso come “cazzeggio” fine a se stesso. Parliamo più di recuperare momenti di qualità. Spesso lavoriamo e basta e il tempo libero è usato male. Magari stai a scrollare il telefono o ad auto-commiserarti su quello che non va della tua vita».

Siete a Sanremo per vincere o la gara non vi interessa minimamente?
«No non siamo molto competitivi, né sportivi. Siamo i peggiori da questo punto di vista. Per noi è l’occasione per presentare una canzone che ci convince, com’è stato per Musica Leggerissima. Ci interessava che il brano venisse ascoltato. Ci siamo riusciti la scorsa volta e speriamo che Splash faccia la stessa fine».

IN GARA CON
Splash

IL DUETTO
Azzurro (Adriano Celentano) con Carla Bruni

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