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30. 04. 2024 17:58

Cresce il consumo di stupefacenti e non solo durante la pandemia: «Le droghe illecite non sono l’unico pericolo»

Non solo abuso di droghe, ma anche farmaci. Riccardo Gatti (ASST Santi Paolo e Carlo) lancia l'allarme: «Dobbiamo remare insieme per non sentirci soli e affrontare i problemi»

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In Italia, secondo i dati di GeOverdose.it, tra il 2020 e il 2021 si sono registrati 157 decessi per l’assunzione di droghe. Nuovo campanello d’allarme quindi per il consumo di sostanze illegali durante il periodo pandemico. Tuttavia, l’attenzione andrebbe rivolta anche all’abuso di sostanze che consideriamo “legali”. Ne sono convinti diversi esperti. «C’è chi vede nell’uso di sostanze psicoattive un rimedio all’ansia ed alla depressione, ma rischia di cadere nella dipendenza: uscirne è complicato senza una guida esperta», spiega a Mi-Tomorrow Riccardo Gatti, Direttore Dipartimento Interaziendale Dipendenze ASST Santi Paolo e Carlo di Milano.

Droghe illecite e lecite, il professor Gatti lancia l’allarme a Mi-Tomorrow

Come riconoscere queste patologie soprattutto tra i giovani?

«L’uso improprio di sostanze psicoattive è diffuso in tutte le età e può diventare una patologia. I giovani, però, imparano dagli adulti. Con i farmaci, ad esempio, molti comportamenti di abuso, iniziano con ciò che si trova in casa. Siamo superficiali e meno attenti, rispetto a rischi per la salute provocati ad esempio da alcool e tabacco che creano complessivamente più danni delle droghe illecite. Spesso non fanno cronaca, ma rovinano la vita di molti».

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In che modo è cambiato l’uso di sostanze e qual è la situazione a Milano?

«A Milano, ma non solo devo dire, possiamo descrivere quattro aree principali di consumi: una è molto ampia e “tradizionale”, con l’utilizzo di alcolici e/o tabacco. Esiste poi un ambito legato a situazioni di disagio ed alla “strada”, dove l’eroina ha ancora uno spazio importante. C’è anche un mondo che consuma droghe a scopo prestazionale, per la movida, il lavoro, il sesso, ecc. Una sostanza emblematica è la cocaina, usata come una sorta di doping della vita quotidiana, ma ce ne sono molte altre. C’è poi uno scenario emergente molto “urbano” che vede l’uso di sostanze come un riscatto economico, sociale e di affermazione, con vere “bande” che cercano di appropriarsi del territorio. Forse una risposta ad una società che propone modelli irraggiungibili e trasmette l’idea di un futuro peggiore del presente».

riccardo gattiA Milano sono attivi dei Servizi Pubblici che si occupano di Dipendenze Patologiche e di Disturbi da Uso di Sostanze (SERD e NOA). Che tipo di struttura è?

«Siamo parte del Servizio Pubblico e come ASST Santi Paolo e Carlo, capofila in questo settore, lavoriamo trasversalmente a diverse Aziende Socio-Sanitarie di Milano città (la nostra, Fatebenefratelli-Sacco e GOM Niguarda) e la ASST Nord Milano, nell’area di Sesto-Cinisello. Il nostro compito è quello di coordinare l’offerta di servizi e di equipe, gestiti da Aziende diverse, per rispondere ai bisogni di salute di persone che hanno esigenze e problematiche molto differenziate. Per questo ci chiamiamo “Dipartimento Interaziendale Prestazioni Erogate in area Dipendenze”. Gestiamo anche una Help Line in modo da fornire riservatamente, a chi non sa a chi rivolgersi, le indicazioni più utili per trovare una risposta di aiuto e di cura».

Come si accede?

«I nostri servizi stanno seguendo oggi circa 4.500 persone, anche in remoto. Per informazioni è possibile contattare la nostra Help Line (attiva dal lunedì al venerdì in orario di ufficio) al numero 02.81.84.54.12 o alla mail dipead.milano@asst-santipaolocarlo.it».

In relazione all’emergenza sanitaria, qual è la lettura dei nuovi numeri sulla depressione tra i giovani?

«La pandemia ha cambiato la vita di tutti noi, una situazione che può esacerbare problemi psichici o addirittura crearli. C’è incertezza, è come fossimo in guerra con un nemico invisibile. I più giovani stanno formando la loro identità con una generazione adulta che è spiazzata da ciò che accade: questo li rende più fragili. La risposta depressiva e ansiosa è molto facile in questa incertezza».

Come uscirne?

«Sicuramente non cercando soluzione nelle sostanze psicoattive, a meno che non ci sia una prescrizione medica. Ci può aiutare la consapevolezza che stiamo sulla stessa barca, il mare è agitato ma si incomincia a vedere l’orizzonte. Dobbiamo remare insieme per non sentirci soli, per attraversare i problemi che abbiamo di fronte. Per questo bisogna chiedere aiuto a chi ci circonda, quando ne abbiamo bisogno, prima che tutto precipiti».

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