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26. 04. 2024 02:22

Rai a Milano, il trasloco da corso Sempione al Portello è diventato un caso

A scatenare le polemiche è un dettaglio, non da poco

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E’ diventato un vero e proprio caso il trasloco della sede milanese della Rai, pronta a dire addio alla storica sede di corso Sempione per cominciare una nuova era presso la Fiera al Portello. A scatenare le polemiche è un dettaglio, non da poco: i nuovi spazi non saranno più verso gli ex padiglioni 1 e 2, ma nell’area tra Via Gattamelata e via Colleoni, tra il centro congressi Mico e l’hotel Nh.

Rai a Milano, il trasloco

I tempi del trasloco Rai a Milano saranno lunghi (si parla di cinque anni), tra l’altro quindi nel bel mezzo delle Olimpiadi, con le conseguenze immaginabili e già preannunciate: solo una parte dell’attività che oggi si svolge a corso Sempione sarà traslocata nella nuova sede. In attesa di capire quale sarà lo studio di architettura e design per i locali, sulle pagine del Corriere i sindacati hanno alzato la voce.

Erbe aromatiche in Festa
Festa del Peperoncino in Piazza Portello

Rai a Milano, i sindacati

«Siamo stufi di sentire annunci o indiscrezioni, siamo davvero arrivati all’assuefazione – le parole di Francesco Aufieri, segretario della Slc Cgil .-. Questo è almeno il terzo indirizzo di destinazione della sede Rai che ci viene ipotizzato e il trasloco è stato confermato da non so quanti piani industriali e consigli di amministrazione. Però siamo ancora fermi alla volontà, non ci sono passaggi vincolanti. Dov’è il contratto con la Fiera? Quanti soldi mette a disposizione la Rai per questa operazione?».

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Rai a Milano, le polemiche

«Ci chiediamo qual è, nei piani dell’azienda, il ruolo del centro di produzione di Milano perché al momento non si capisce. Noi, e non soltanto noi, riteniamo che questo debba essere un polo con una propria capacità decisionale, progettuale, ideativa, ma la realtà è che c’è un solo dirigente per circa 800 dipendenti e tutto si decide a Roma, dove invece la densità dei dirigenti è decisamente più alta. Intatti sono anni che, al netto dei giornalisti, la sede milanese non offre posizioni da laureato. Entra qualche tecnico laureato, ma appena realizza di non avere sbocchi qualificanti per quanto ha studiato non è raro che decida di andarsene», ha concluso.

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