Questa è la storia di Gianna Paciello, che da ragazza timida si costruisce una carriera nelle pubbliche relazioni. Dopo un’infanzia passata tra Milano e Roma, frequenta a Milano l’istituto magistrale e poi si iscrive a pedagogia in Cattolica. Ma sente la necessità di lavorare e, su suggerimento della sorella, si affaccia al mondo delle pubbliche relazioni. Che nemmeno sapeva che cosa fossero.
Siamo negli anni Ottanta e la città sta diventando quel grande laboratorio di comunicazione tutti oggi conosciamo. La gavetta dura tanti anni: passa da piccole agenzie fino al grande salto, quando inizia a lavorare con Rosanna D’Antona. Sono anni in cui Gianna non ha orari e non esistono i fine settimana. Il mondo delle pubbliche relazioni è totalizzante: lei lo ama follemente.
Nel 1995, insieme a suo fratello Alessandro, fonda Aida Partners. È un punto di svolta importante, dove può aggiungere a tutto quello che ha imparato negli anni la sua visione delle cose, perseguendo progetti legati al green ed alla sostenibilità, che tanto le stanno a cuore. Oggi, che i grandi eventi sono fermi, le chiedo qual sia la sua visione di Milano: «È cambiata con e dopo l’Expo, che certamente le ha dato modo di sbloccarsi e reinventarsi.
Ma che qualcosa al suo interno non stesse funzionando al meglio, era per me evidente già da un po’. Chi si trova a gestirla non ha un compito facile, troppo superficiale dare giudizi esterni».
E domani? «Certo è che resta il punto di riferimento dell’Italia e che, per la storia che ha, i milanesi sapranno come lavorare per farla tornare là dove merita. Ma ora ha bisogno di dare più acqua alle proprie fondamenta».