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26. 04. 2024 17:54

Statue di ieri, statue di domani: il caso Montanelli

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Il caso Montanelli. Premesso che un dibattito sulle statue e la toponomastica cittadina è forse l’ultima delle emergenze (sempre che di emergenza si tratti) cittadine da affrontare, si può uscire dalla discussione attuale e provare a immaginare qualcosa di diverso.

 

Statue a Milano, il caso Montanelli

I nomi delle vie e delle piazze, così come i personaggi illustri da celebrare, sono scelte che avvengono nella stratificazione della storia. Ogni epoca ha i suoi eroi, la sua mitologia, la propria epica.

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È compito degli storici contestualizzare, è obbligo dei contemporanei fare dei passi in avanti, nel campo della civiltà e anche nella sfera dei segni che vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi (diverso è il caso dei dittatori, tanto è vero che una volta conquistata la libertà di norma le statue di regime vengono abbattute ovunque).

A Milano sarebbe forse più interessante provare a immaginare quali monumenti, quale tipo di eredità vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi. Nella nostra città, per esempio, sapete quante donne sono celebrate con una statua? La risposta è zero.

Montanelli e non solo, le statue a Milano

Partendo da questa assenza si può provare a dare il segno della nostra presenza. Sono moltissime le donne milanesi che hanno dato lustro alla nostra città e non solo, ma sono celebrate molto poco, per usare un eufemismo. Quest’anno, giusto per fare un nome, ricorrono i 95 dalla morte di Anna Kuliscioff.

Una donna russa, trapiantata nella nostra città, che divenne famosa come “la dottora dei poveri” e in particolare delle povere: era ginecologa e passava gran parte del suo tempo a curare gratuitamente le ragazze milanesi dei quartieri più popolari.

Si impegnò, in tempi lontanissimi, per estendere il voto alle donne, per abolire il lavoro minorile, per dare diritti e rappresentanza a chi a quel tempo non aveva nessuna tutela. Pare addirittura che Collodi si fosse ispirato a lei per il personaggio della fata dai capelli turchini.

Dedicarle una statua sarebbe un modo per dire cosa siamo oggi, quali valori vogliamo lasciare al domani. Giusto per iniziare. Intanto torneremo a parlare del caso Montanelli mercoledì, sulla cover di Mi-Tomorrow.

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