18.6 C
Milano
29. 04. 2024 14:12

Agri Lab un valore fatto di business e agricoltura, Fiorillo: «È il lavoro del futuro»

Il caso del laboratorio della Bocconi raccontato dal direttore: «C’è un crescente interesse in questo settore, in chiave sostenibilità, da parte degli studenti»

Più letti

I giovani italiani non sono più interessati all’agricoltura: falso. Una delle più classiche fake news di oggi viene smascherata da Vitaliano Fiorillo, direttore dell’Agri Lab di Sda Bocconi, l’iniziativa di ricerca e formazione su tutte le attività legate all’agribusiness.

Vitaliano Fiorillo direttore di Agri Lab: «L’agricoltura è una risorsa fondamentale se vogliamo superare le sfide della sostenibilità da qui al 2050»

Professore Fiorillo, cos’è l’Agri Lab?
«Un ambiente multidisciplinare, laboratorio che è sia centro di ricerca in università, sia laboratorio della School of Management dell’Università, che è per l’appunto la Sda Bocconi. Noi ci occupiamo di tutte le attività di ricerca e formazione legate all’agribusiness, ovvero a tutta la catena di valore dell’agricoltura, a partire dai fornitori di mezzi tecnici fino alla distribuzione».

Quindi non è solo studio della terra.
«Esatto. È più che altro ricerca applicata. Il focus sono le aziende agricole, perché sono quelle che hanno il maggior gap di educazione manageriale».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Com’è la risposta degli studenti? C’è interesse?
«Moltissimo. E crescente ogni anno. Io personalmente ho sempre più tesi dedicate all’agricoltura e all’agroalimentare, tutte orientate alla sostenibilità».

Chi esce dal vostro corso di studio cosa fa nella vita?
«Molti diventano CSO, chief sustainability officer, quindi responsabili della sostenibilità. Alcuni vanno a lavorare nelle organizzazioni internazionali, altri seguono percorsi diversi, ma rimangono agganciati ai temi della sostenibilità nelle varie aziende e quindi con funzioni anche anche diverse».

Mediamente quanti studenti sono coinvolti ogni anno?
«Personalmente seguo circa 15 studenti ogni anno con tesi specifiche sull’agricoltura, poi ci sono tutti gli altri colleghi. Insomma, tanti studenti».

La tesi più particolare che le è capitata?
«Sull’olivicoltura, che poi ha dato il via anche a un nostro lavoro di ricerca. Vale a dire la valutazione dei terreni in base alla capacità di produrre servizi ecosistemici. Era la tesi di un ragazzo che poi è andato a lavorare in un fondo di investimento».

E il suo sogno?
«Trasformare l’agricoltura e studiarla per quello che è, una risorsa fondamentale per tutti noi; questo è il punto centrale se vogliamo superare le sfide della sostenibilità da qui al 2050».

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...