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06. 05. 2024 05:11

Sicurezza a Milano, questione Centrale: le voci dal Distretto e il pensiero dei milanesi

Dopo i fatti del 6 marzo si sono riaccesi i riflettori sulla sicurezza intorno alla stazione, dove negli anni sono stati fatti diversi interventi di riqualificazione, compreso l’arrivo dei ristoranti del Mercato. Che sembrano “bastare” solo ai commercianti…

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La vicenda di Abrahman Rhasi, il ventitreenne marocchino che il 6 marzo in otto minuti ha provocato il panico intorno alla Stazione Centrale aggredendo e ferendo sei persone, è solo l’ultima di un capitolo sulla sicurezza a Milano lungo almeno vent’anni. Ovvero da quando il Comune, di concerto con Questura, Prefettura, commercianti e Grandi Stazioni, ha cercato di riportare (ammesso che ci sia mai stata) la pace dentro e fuori la stazione. Tutto si può dire tranne che siamo mancati gli interventi, declinati nelle modalità più disparate.

Negli anni dieci fu l’allora vicesindaco Riccardo De Corato a farne quasi una questione personale: nel 2006 annunciò l’installazione di cento telecamere all’esterno e quattrocento all’interno. A supportarlo arrivò due anni dopo l’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa che dispose la presenza dei militari, revocata nel 2011 con l’insediamento di Giuliano Pisapia. Anche il centrosinistra non è stato a guardare.

Ada Lucia De Cesaris, titolare dell’Urbanistica, ha promosso la riqualificazione di via Ferrante Aporti con il museo della Shoah; Cristiana Tajani, che ha guidato il commercio, ha fatto partire il Mercato Centrale a imitazione della Boqueria di Barcellona; Pierfrancesco Maran, nuovo assessore all’Urbanistica, ha ridisegnato piazza Luigi di Savoia. Grandi Stazioni, da parte sua, ha favorito l’insediamento di negozi e locali all’ingresso della stazione. Risultati? Il problema sicurezza a Milano resta tale e quale a 20 anni fa.

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Sicurezza a Milano, parla Maurizio Naro (presidente di Centrale District): «Controlli sistematici ed eventi per contrastare il degrado»

Centrale District è nata sei anni fa riunendo i principali alberghi intorno alla Stazione Centrale con l’obiettivo di migliorare la sicurezza della zona. «Serve un tavolo con le istituzioni», spiega il presidente Maurizio Naro.

Qual è l’origine dei problemi in Centrale?
«Non c’è quel controllo, assicurato durante Expo e poi abbandonato, che lascia indisturbata la presenza di extracomunitari e persone senza fissa dimora».

Quali sono le conseguenze per gli albergatori?
«Si riflettono sulle recensioni dei clienti in cui, oltre all’apprezzamento per le strutture, segnalano l’aspetto dell’insicurezza».

E’ un problema anche per chi lavora?
«Certo, in modo particolare per chi deve rientrare a casa a tarda sera».

Come giudica l’operato delle forze di polizia?
«Non c’è un controllo sistematico, qualche pattuglia passa, ma mancano le ronde che intervengano dove ci sono gruppi di persone e possibilmente li allontanino».

Di queste cose avere parlato tante volte con Comune, Questura, Prefettura. Risultati?
«Prima delle ultime elezioni con l’allora assessore alla sicurezza Scavuzzo si parlò di un tavolo da riunire periodicamente per discutere della situazione: non è mai stato convocato, sarebbe una cosa utile».

Maurizio Naro
Maurizio Naro

Il punto critico resta piazza Duca D’Aosta?
«Sì, è la parte sensibile. Piazza IV Novembre, con il nuovo mercato, è diversa, c’è un movimento di gente che allontana un certo giro di traffici».

Il Comune ha riqualificato anche piazza Luigi di Savoia, l’altro lato della stazione.
«Purtroppo non sono state raggiunte le finalità che ci attendevamo».

Cosa è stato sbagliato?
«Il giardino, che è stato circondato dalla cancellata, sarebbe dovuto essere un luogo per gli skate: c’era l’occasione di realizzare uno skatepark, non è stata colta».

Come si può riqualificare la Stazione Centrale?
«Bisogna puntare sull’arredo urbano, quello attuale consente i fenomeni di assembramenti che vediamo tutti i giorni. Poi occorre fare vivere piazza Duca D’Aosta come si è fatto sotto Natale con gli stand della Calabria».

Sicurezza a Milano, le voci dalla città

di Edoardo Colzani e Onorio Ferraro

«Non mi sento in pericolo»
Damiano Valeri
18 anni, studente
«Non frequento la zona abitualmente , ma quando passo da queste parti non provo una sensazione di insicurezza. Vedo che ci sono sempre tante forze dell’ordine a sorvegliare. Certo, noto che ci sono gruppetti di stranieri che stanno in piazza a bere, ma non li percepisco come fonte di pericolo. Anche in stazione nella folla non mi sono sentito a disagio. Certo, girare a piedi di sera credo possa essere più pericoloso».

«Niente controlli: peggio di altre città»
Laura Del Ben
18 anni, studentessa
«Arrivando in stazione da via Vittor Pisani, sono passata a fianco a un gruppetto di ragazzi che si stavano drogando, e vedere queste cose in pieno giorno non è piacevole. Poliziotti e militari ci sono, ma non mi sembra facciano molti controlli. In generale le zone vicine alle stazioni dei treni delle grandi città, sono mal frequentate, ma mi sembra che la zona di Milano Centrale sia peggio rispetto ad altre città italiane».

«Qui la criminalità è una prassi da anni»
Ivan Lazzaroni
35 anni, tassista
«Per lavoro sono costretto a stare parecchio tempo in sosta davanti alla stazione sia durante il giorno che la sera, e mi è capitato di assistere a episodi di criminalità. Una sera, un ragazzo si è intrufolato nel mio taxi per derubarmi e solo grazie all’intervento dei miei colleghi siamo riusciti a farlo desistere. Più che un emergenza attuale, la criminalità in questa zona è una prassi che prosegue da anni».

«Mai da sola di sera da queste parti»
Giada Gamberoni
27 anni, cameriera
«Sono venuta a vivere in zona Centrale da più di due anni e da quando sono qua la situazione di degrado e criminalità non mi sembra né migliorata né peggiorata. Personalmente per fortuna non ho subito episodi di criminalità, ma so che capitano parecchi scippi e la sera non giro mai da sola a piedi da queste parti. In generale se devo passare una serata con le amiche preferisco frequentare altre zone della città».

«I social aumentano l’insicurezza»
Mattia Testa
25 anni, commesso
«Da quando ancora teenager ho iniziato a frequentare la zona, la situazione è sempre stata così. Credo che l’attenzione mediatica che è stata data soprattutto da gruppi social a certi episodi accaduti recentemente, abbia aumentato il senso di insicurezza nella zona. Ho visto anche ronde di cittadini comuni girare per la stazione a verificare la presenza di ladri, ma penso che questo sia un compito che spetta alle forze dell’ordine».

«C’è un’emergenza criminalità»
Gianmarco Paoli
18 anni, studente
«Credo che ci sia un’emergenza criminalità in zona stazione Centrale. Io sono un ragazzo e ho più capacità di difendermi, ma per le ragazze, in particolare, trovo sia molto pericoloso passare per queste strade. Penso che la situazione si possa cambiare solo con provvedimenti a livello nazionale, perché a delinquere qui in zona sono per lo più immigrati che vengono abbandonati a loro stessi».

«Tanti furti nel nostro negozio in Centrale»
Gisella Serafini
53 anni, commessa
«La situazione è abbastanza difficile, la gente è spaventata. Quando vado in stazione a prendere il treno mi capita di avere paura, e sono solo 300 metri dal lavoro ai binari. Non si vive più in tranquillità. La stesso vale per i nostri clienti: prima facevano questo tragitto serenamente, adesso si guardano le spalle. Qui in negozio sono successi parecchi furti con destrezza di ragazzi nordafricani. Dobbiamo sorvegliare in continuazione».

«La polizia c’è solo quando accade qualcosa»
Giuseppe Dirienzo
60 anni, commerciante
«È evidente che la sicurezza in stazione non esiste. Basta farsi un giro e vedere le facce di persone poco di buono. Verso sera, in una zona, tra l’altro, poco illuminata, c’è da avere paura. Finora a me non è successo nulla, se non qualche tentativo di furto di un paio di ragazzi che poi sono scappati. Non possiamo vivere di speranza. La polizia la vedi solo quando succede qualcosa, i vigili invece non ci sono mai».

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