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17. 04. 2024 01:01

Tutto pronto per la Prima alla Scala: appuntamento con il Macbeth “contemporaneo”

Per la Prima alla Scala di domani no al maxi-schermo in Galleria, ma l'Italia della cultura (e non solo) ricomincia da qui.

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Il Teatro alla Scala inaugura la sua Stagione d’Opera 2021/2022 domani sera, alle 18.00, con l’attesa Prima alla Scala nel tradizionale giorno di Sant’Ambrogio: apre le danze quest’anno il Macbeth di Giuseppe Verdi, che porta a compimento la “trilogia giovanile” verdiana iniziata nel 2015 con Giovanna D’Arco e proseguita nel 2018 con Attila.

Alla direzione musicale il maestro Riccardo Chailly, che giunge alla sua ottava inaugurazione, mentre il regista Davide Livermore segna la sua quarta presenza consecutiva come guida artistica.

Prima alla Scala, l’allestimento

Il Macbeth del 2021, scelto per la Prima alla Scala, è più vicino alle città del nostro tempo, si ispira alle prospettive cittadine del film Inception di Christopher Nolan, portando con sé atmosfere oniriche dai risvolti psicologici. La tragedia narrata da William Shakespeare nel 1623 trova, così, spunti narrativi in nuovi contesti, nella scenografia di grattacieli di Giò Forma, nelle creazioni degli abiti di Gianluca Falaschi e nei contributi video firmati D-Wok.

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Gli interpreti scelti nelle parti principali sono graditi ritorni: Luca Salsi (Macbeth), Anna Netrebko (Lady Macbeth), Francesco Meli (Macduff) e Ildar Abdrazakov (Banco), volti noti alle produzioni del Piermarini. La new entry è rappresentata dal celebre coreografo statunitense Daniel Ezralow, al suo debutto assoluto alla Scala, mentre il coro è diretto dal maestro Alberto Malazzi.

Prima alla Scala, dove vederla

Sono duemila i posti messi a disposizione per la Prima alla Scala, che segna il settantesimo sigillo nella sua storia (quarta volta con il Macbeth) dopo l’edizione senza pubblico dello scorso anno imposta dalla pandemia. Per non creare assembramenti, è stato scelto, quest’anno, di non allestire alcun maxischermo in Galleria Vittorio Emanuele II o in Piazza Duomo.

L’appuntamento televisivo vedrà coinvolta nuovamente Rai Cultura che – in esclusiva – trasmetterà la diretta su Rai1, Rai1 HD, Radio3 e RaiPlay (disponibile 15 giorni dopo l’evento) con la regia televisiva di Arnalda Canali. Grazie a RaiCom, la Prima potrà essere seguita anche sui canali televisivi europei e mondiali.

L’evento culturale principe della città sarà in onda a partire dalle 17.45, con i narratori Milly Carlucci e Bruno Vespa, nuovamente insieme per raccontare aneddoti e introdurre i collegamenti di Stefania Battistini nel foyer del teatro. Non mancheranno i sottotitoli nelle tre ore di messa in onda.

Prima alla Scala, parla il sovrintendente Meyer: «Milano si è già rialzata»

Sarà una Prima alla Scala di ripartenza per la città?
«La città sta già vivendo. Si è già rialzata. Per ora siamo protetti visti i pochi contagi in città, c’è da dire che i milanesi hanno dimostrato disciplina. Alla Scala lavoriamo sodo per avere le sale piene tutte le sere e ci stiamo riuscendo, pur volendo preservare la Prima di domani, attesa come la più importante per il teatro lirico mondiale».

meyer prima alla scala

Per il Macbeth torna una squadra artistica ben consolidata.
«Abbiamo nuovamente insieme Livermore e Chailly con i migliori cantanti del panorama lirico attuale, insieme a tutte le maestranze che hanno lavorato molto per rendere grande questa Prima. Personalmente ho sempre adorato il Macbeth di Verdi, è un’opera molto importante alla Scala sin dai tempi della regia di Giorgio Strehler, le direzioni di Claudio Abbado e Riccardo Muti fino alla più recente del maestro Chailly. Tutti punti di riferimento della storia di questo teatro».

Quali sono stati i risultati della riapertura con capienza al 100%?
«Abbiamo registrato diverse volte il tutto esaurito, non senza sorprese. Occasioni come L’Elisir d’amoreo i concerti del maestro Thielemann della scorse settimane hanno registrato il sold-out per diverse settimane. Il teatro vive, respira e reagisce».

Milano ha risposto alla chiamata della Scala, dunque.
«Sì. E lo ha fatto in una maniera straordinaria. C’è tanta voglia di tornare a teatro per rivedere il bello dell’arte. E poi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo per quanto riguarda la vendita degli abbonamenti. Il desiderio delle persone c’è e si nota. E vorrei aggiungere un concetto fondamentale».

Prego.
«Si parla spesso di concorrenza tra teatri. Penso che, al contrario, dovremmo collaborare per far vincere la nostra causa: quella della cultura. Dobbiamo lottare contro l’idea che l’opera sia elitaria: gran parte della società pensa che questo sia un mondo chiuso, accessibile solo se sei preparato, ricco, bello e colto. Non sono di questo avviso. La mia prima volta all’opera ero solo, in età giovanile: lì ho scoperto quanto fosse accessibile a tutti».

Un appello ai milanesi?
«Non dobbiamo rinunciare a nulla che sia importante. Possiamo, al momento, rinunciare al piacere di camminare senza mascherina all’aperto, ma dobbiamo avere rispetto delle regole, perché l’unico modo di uscire da questo tunnel è rimanere tutti concentrati sulle priorità e avere presto una vita migliore».

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Quella di domani sarà una serata speciale. La mia prima volta al Teatro alla Scala da assessore, sono sicuro, si tramuterà in un ricordo che porterò dentro per tutta la vita. Una Prima doppiamente attesa perché è di rinascita, pur in un quadro nazionale che ci invita ad una grande prudenza.

prima alla scala tommaso sacchi

Come amministrazione stiamo monitorando costantemente tutti gli eventi urbani riguardanti il pubblico spettacolo che, purtroppo, ha visto la rinuncia del classico concertone di Capodanno per questo 2021. È una Prima che ritrova la capienza dei teatri a pieno regime dopo gli ultimi decreti ed è un primo segnale che ci aiuterà a pensare agli eventi futuri in assoluta sicurezza, nel rispetto delle norme.

È una Prima alla Scala che farà capire che si può – e si deve – tornare nei teatri. Partecipiamo all’evento scaligero anche con la Prima Diffusa – che ritrovo con un certo orgoglio dopo anni – e mi viene naturale pensare ai primi vagiti del progetto, nel 2011, quando pensammo alla Prima in città con l’idea di coinvolgere realtà come carceri, scuole, spazi urbani, centri di quartiere e, naturalmente, la Galleria Vittorio Emanuele II.

Era una sfida difficile al fianco dell’allora assessore alla Cultura Stefano Boeri, con il quale collaboravo: oggi ritroviamo una Prima Diffusa cresciuta e consolidata, che rispetta quell’idea di democrazia aperta a tutti. Anche per questo, sì, sarà una Prima straordinaria.

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Cosa significa tornare a presentare la Prima?
«La Prima della Scala è sempre una grande emozione. È chiaro che quella di quest’anno è un’occasione particolare».

Speriamo irripetibile.
«Per fortuna l’Italia è ripartita. Siamo un esempio nel mondo e tutti ammirano come abbiamo gestito la situazione terribile che il pianeta si è trovato a fronteggiare. Poter nuovamente mostrare al mondo la magnificenza della nostra cultura dal tempio della musica lirica e operistica è un privilegio e un grande orgoglio per tutto il Paese».

milly Carlucci prima alla scala

Il suo rapporto con La Scala è ormai consolidato nel tempo. Quale ricordo conserva della prima esperienza?
«Scegliendone uno farei torto a tanti momenti meravigliosi che ho vissuto. E poi per mia natura penso sempre al futuro, quindi credo che l’esperienza migliore sarà quella di quest’anno».

Cosa apprezza di più di Milano?
«È una città che ho frequentato spesso per lavoro, ha un fascino particolare e tante anime: quella più aristocratica ed elegante, ma anche quella più popolare e viscerale che ho avuto modo di conoscere bene quando sono venuta qui per Ballando on the road».

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