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02. 05. 2024 06:29

Anna, diario figlio della Shoah di Tony Lofaro: «Il mio cortometraggio per ricordare questa storia»

Da domani è disponibile online il nuovo lavoro del coreografo, in collaborazione con il Teatro degli Arcimboldi: «Ho sempre sognato in grande e lavorato con dedizione per rendere possibili i miei sogni»

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Dal teatro al cortometraggio in danza, il coreografo Tony Lofaro presenta online Anna, diario figlio della Shoah, per la Giornata della Memoria il suo nuovo progetto nato dall’evoluzione dell’omonimo spettacolo teatrale.

Anna, diario figlio della Shoah, nuovo lavoro di Tony Lofaro: «Ognuno di noi può dare il suo piccolo contributo e io sono molto fortunato, perché, attraverso l’arte, posso raggiungere tante persone»

«La missione del ricordo rimane fondamentale, chiunque lo faccia, in qualsiasi onorevole e rispettoso modo. Questa è una storia che non è mai terminata, va raccontata. E io l’ho promesso a Sami Modiano e lo farò per tutta la vita». Continua la missione del ballerino e coreografo Tony Lofaro che quest’anno per la Giornata della Memoria ha deciso di pubblicare online (disponibile da domani alle 8.00 su YouTube) il suo primo cortometraggio in danza dedicato ad Anna Frank. Dopo il successo dell’anno scorso con il suo spettacolo teatrale Anna, diario figlio della Shoah – passato anche per Milano – torna a dare voce a una delle pagine più commoventi e tristi della nostra storia.

 

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Anna diario figlio della Shoah
 

Come nasce l’idea di un cortometraggio?
«Ci pensavo da tempo. Ho sempre sognato in grande e lavorato con dedizione per rendere possibili i miei sogni. Appena ho avuto l’idea ne ho parlato con Stefano Romeo, direttore di scena di tutti i miei spettacoli, e naturalmente con Daniele Chatrian, mio socio in OroCreative. La loro reazione entusiasta mi ha fatto capire che era la cosa giusta da fare».

Questo progetto nasce però da un’esigenza.
«Sì, dal forte desiderio di fare la mia parte nella missione della memoria. Ognuno di noi può dare il suo piccolo contributo e io sono molto fortunato, perché, attraverso l’arte, posso raggiungere tante persone; ancor più questa volta, con la nascita di questo figlio speciale dello spettacolo teatrale».

Il cortometraggio sarà legato in qualche modo allo spettacolo?
«Anna, fiore della Shoah non sarà lo spettacolo teatrale in video, ma una retrospettiva intensa e personale della piccola Anna, qualcosa di totalmente nuovo e unico, fra sogno e realtà».

Cosa mi dici di Cristina Pini, la tua Anna?
«Credo che sia riuscita a far crescere la sua Anna con lei nel tempo. Ha solo 18 anni, ma sente un profondo senso di responsabilità. Ognuno di noi si è fatto testimone della Memoria e lei lo fa parlando alla sua generazione. Vive tutto con una grande forza ed educazione, con rispetto, affidandosi completamente.

Un alleato speciale è stato anche il direttore artistico del Teatro Arcimboldi Gianmario Longoni.
«La cosa che più amo di questa vita è che io continui a sorprendermi. Per chi fa il mio mestiere Gianmario Longoni non è solo il direttore artistico del Teatro Arcimboldi, ma è anche uno dei produttori più grandi che abbiamo in Italia. Il fatto che lui si sia così innamorato del progetto e mi abbia supportato mi lascia senza parole. Non scorderò mai quanto mi ha detto: “quando riconosci qualcosa di realmente prezioso, ti ricordi perché fai questo mestiere”. Posso dire che sono felice?»

Certo e si vede.
«Sono sopra una nuvoletta. Mi piacerebbe che, come è sempre stato dal primo momento di questo viaggio con Anna, tutte le persone vivano un’esperienza di vita da portare con sé nello zaino della vita».

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