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01. 05. 2024 00:28

Guido Crepax, oggi avrebbe compiuto 90 anni il fumettista milanese che creò “Valentina”

Vent'anni fa, il 31 luglio del 2003, ci lasciava lo storico fumettista

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Vent’anni fa, il 31 luglio del 2003, ci lasciava Guido Crepax, storico fumettista italiano noto soprattutto per aver creato l’iconico personaggio di Valentina. Proprio oggi l’artista milanese nato il 15 luglio 1933 avrebbe compiuto 90 anni e la città in cui nacque, visse e morì lo sta ricordando come merita, dopo avergli intilato anche un ponte.

Guido Crepax, storia

Guido Crepax, figlio di Gilberto Crepax, primo violoncello della Scala, iniziò a occuparsi di grafica pubblicitaria creando poster e copertine per riviste (tra cui la prima copertina originale dell’edizione italiana di Galaxy), libri e LP (compreso il famoso Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno). Nel 1957 divenne famoso per la sua campagna pubblicitaria della Shell, che ricevette la Palma d’oro per la pubblicità. L’anno dopo cominciò a collaborare con il Tempo Medico, la prima rivista medica italiana, di cui disegnò le copertine fino a metà del 1980.

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Guido Crepax e Valentina

La sua vita cambiò nel 1963 quando entrò nel mondo dei fumetti e due anni più tardi creò il suo più famoso personaggio, Valentina, apparsa inizialmente sulla rivista di fumetti linus come personaggio secondario di una serie di fantascienza; Valentina è la fidanzata di Philip Rembrant, un critico d’arte che possiede strani poteri ed è noto anche col nome di Neutron. Il primo episodio è La curva di Lesmo (una curva dell’autodromo di Monza) seguito a sua volta da altri trenta raccolti in sette libri.

Il ricordo della figlia di Guido Crepax

Guido Crepax viene considerato il padre di Valentina, ma nella realtà ebbe tre figli, tra cui Caterina che lo ha ricordato così recentemente sul Corriere della Sera. «Non si è mai preoccupato che i suoi disegni, anche i più osé, potessero imbarazzarci e non per disinteresse ma perché aveva un pensiero pulito. La sessualità era qualcosa di naturale. La porta del suo studio era sempre aperta. Quando da bambina facevo capolino, senza smettere di disegnare, attaccava a raccontarmi di vecchi film horror come il Frankenstein con Boris Karloff o delle origini del jazz e di Louis Armstrong o ancora ascoltavamo le filastrocche dei Bambini buoni e cattivi di Paolo Poli fino allo sfinimento».

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