13.3 C
Milano
29. 04. 2024 11:24

A Milano c’è una “Porta della Meraviglia” (dove non passa più nessuno): è nel cuore della città

Una volta veniva attraversata dai malati, oggi invece...

Più letti

Camminando per via Francesco Sforza, nei pressi del famoso Giardino della Guastalla, ci si può imbattere nei resti di un suggestivo varco barocco: è la cosiddetta “Porta della Meraviglia”. Oggi la porta è chiusa e non ci passa più nessuno, ma un tempo svolgeva un ruolo molto importante. Spesso chi ci passa di fianco non presta molta attenzione, ma se ci soffermiamo ad ammirarla ci rendiamo subito conto che si tratta di un vero e proprio gioiello dal sapore quasi magico.

La storia della Porta della Meraviglia a Milano

La struttura in mattoni, il grande arco e i gradoni di accesso in marmo e in pietra rendono la Porta della Meraviglia unica e speciale. È un classico esempio di arte barocca, uno dei tanti movimenti culturali che ha interessato la città di Milano e di cui conserviamo importanti tracce ancora oggi. Per capire la sua storia dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e parlare, nello specifico, dell’Ospedale Maggiore, che sorgeva proprio in questa area.

La struttura, sin dalla sua nascita nel 1456, era dotata di un cimitero che si trovava nell’edificio di via Festa del Perdono, oggi sede dell’Università degli Studi di Milano. Questo cimitero però, sul finire del XVII secolo, venne definito e classificato come “non adatto”. Il motivo era molto semplice: si trovava a due passi dall’Ospedale, dove le esigenze igieniche erano strette e ben definite. Fu allora chiaro a tutti che bisognava presto spostare il luogo di sepoltura dei morti da un’altra parte.

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Porta della Meraviglia (fonte wikipedia)
Stampa di Marcantonio dal Re raffigurante i “sepolcri del Ospital Maggiore”, ovvero il foppone dell’Ospedale Maggiore, oggi conosciuto come Rotonda della Besana (Fonte: Wikipedia)

Si decise così di dare vita ad un nuovo cimitero. Venne chiamato “Cimitero dei Nuovi Sepolcri”. E sapete a cosa corrisponde oggi? All’affascinante e conosciutissima Rotonda della Besana! Il nuovo luogo di sepoltura entrò in funzione nel 1697 con le prime tumulazioni e rimase operativo per quasi cento anni, fino al 1792. Ovvero fino all’anno in cui il governo austriaco obbligò a spostare, sempre per questioni sanitarie, tutti i cimiteri al di fuori delle mura della città.

La Porta della Meraviglia ieri e oggi

La Porta della Meraviglia “entrò in gioco” nel 1691. Essa venne aperta per poter trasportare le salme dall’ospedale al cimitero, in modo semplice e veloce. Per permettere il passaggio degli infermieri e del personale sanitario che aveva il compito di portare i morti verso il luogo di sepoltura fu costruito anche un ponte. Si chiamava “Ponte dell’Annunciata”. Questo perché, lo ricordiamo, in mezzo, dove oggi c’è l’asfalto e passano le macchine, una volta scorreva il Naviglio interno.

La scrittrice Neera, nome d’arte di Anna Maria Zuccari, nel 1911, in Duello d’anime, descrisse così il Ponte: «Con un po’ di fantasia questo cantuccio può dare un’idea di Venezia e della Laguna. Guardi laggiù il ponte dell’Ospedale come si disegna netto sullo sfondo del cielo! Chi ci impedisce di chiamarlo “il Ponte dei Sospiri”?… e come svettano superbamente i platani del giardino Sormani pari a un alto pensiero malinconico tra cento pensieri ridenti!».

Il Ponte fu poi demolito nel 1930 per eseguire la copertura delle acque, mentre le sponde furono salvate. E così anche la Porta della Meraviglia. Il nome della porta, in realtà, è arrivato abbastanza di recente. È stata chiamata così per la sua bellezza. Oggi, come dicevamo all’inizio, spesso chi ci passa di fianco non ci presta attenzione. Basta però alzare un attimo lo sguardo per rendersi conto della meravigliosa struttura che lascia sicuramente senza parole.

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...