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02. 05. 2024 13:54

Ictus cerebrale e fribrillazione atriale quanto sono connessi? Zanferrari: «Cuore e cervello, un rapporto stretto»

Nel mese della prevenzione parliamo di una patologia che è la terza causa di morte in Italia ogni anno

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Dal cuore al cervello. Un rapporto stretto che non tutti conoscono soprattutto se si parla di ictus cerebrale, che in Italia è la terza causa di morte con l’11% dei decessi ogni anno. A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale), nel mese della prevenzione di questa malattia, vuole sensibilizzare tutti sul tema (aliceitalia.org). «Abbiamo circa 20mila casi di ictus cerebrale in Lombardia e di questi circa il 30% ha una disabilità residua con ripercussioni anche sulle famiglie», afferma Carla Zanferrari, direttore U.O.C. Neurologia – Stroke Unit ASST Melegnano e della Martesana di Vizzolo Predabissi.

Ictus cerebrale, Zanferrari (ASST Melegnano e della Martesana): «Fare prevenzione per le malattie cardiovascolari significa farlo anche per quelle cerebrovascolari»

 

ictus cerebrale
 

A cosa è dovuto l’Ictus cerebrale?
«E’ una malattia cerebrovascolare acuta ad esordio improvviso e può essere di due tipi: ictus ischemico o ictus emorragico».

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Differenze?
«L’ictus ischemico (il 70-80% dei casi di ictus con una mortalità del 3-4%) è legato a una occlusione di un vaso, cioè la porzione di cervello che dipende da quel vaso, che non è più funzionante se non con terapie di ricanalizzazione. L’ictus emorragico, (il 15-20% di tutti gli ictus con una mortalità del 30-35%) è legato alla rottura di un vaso dove il sangue stravasa nel cervello».

Un fenomeno in crescita?
«C’è più prevenzione ma è una patologia fortemente correlata all’età, aumentando l’età della popolazione cresce anche il tasso di incidenza dell’ictus».

Perché la Fibrillazione Atriale è tra i principali fattori di rischio?
«La Fibrillazione Atriale (FA) è una fonte di cardioembolismo, di frammenti embolici che partono dal cuore e possono ostruire un vaso, uno dei più frequenti è il vaso cerebrale quindi si può avere un ictus ischemico. Per fare una terapia protettiva è importante avere un sistema di individuazione precoce ed efficace di FA».

Esiste uno stretto rapporto tra cuore e cervello?
«Esiste quasi una bidirezionalità in alcune patologie: ci sono delle condizioni cardiache, come appunto la FA, che possono avere conseguenze come l’ictus e viceversa. Fare una buona prevenzione per le malattie cardiovascolari significa farlo anche per quello cerebrovascolari»..

In cosa consiste la FA e perché è sottovalutata?
«La FA è l’aritmia cardiaca più frequente ed è più pericolosa per il cervello che per il cuore. È caratterizzata da una contrazione irregolare degli atri ed è una trasmissione dell’impulso irregolare anche ai ventricoli, comportando un ritmo cardiaco irregolare. Alle volte si può diagno

Come monitorare?
«Ci sono monitoraggi continui come l’elettrocardiogramma prolungato, ma anche dei microchip sottocute che tengono monitorato il paziente anche per un anno e mezzo o due. Questo permette di identificare episodi sporadici di FA, che resta una delle principali e più frequenti cause di ictus cerebrale».

Sarebbe possibile prevenire la FA?
«Esistono dei fattori di rischio per la FA, ad esempio i pazienti con una cardiopatia valvolare oppure ischemica, una coronaropatia. A volte la FA determina delle alterazioni strutturali delle pareti dell’atrio, riconoscibili anche all’ecocardiogramma transtoracico. Tenersi sotto controllo è importante ma un corretto stile di vita, un buon controllo dei fattori di rischio vascolari è il modo migliore per prevenire».

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