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29. 04. 2024 21:29

Nuovo album per i 2nd Roof: «Qui c’è tutto il nostro Dna»

Il duo presenta l'ultimo lavoro discografico che annovera collaborazioni di lusso: «Chissà che un giorno Roof Top Mixtape Vol. 1 sia considerato il nostro disco “monumentale”»

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Passione, gavetta e tanta strada. Sono i 2nd Roof, all’anagrafe Pietro Miano e Federico Vaccari, che escono oggi con Roof Top Mixtape Vol. 1, album ricco di featuring da non perdere: da Jake La Furia a Nitro, da Gemitaiz a Emis Killa, da Gué Pequeno a J-Ax.

I 2nd Roof presentano il nuovo album, molte le collaborazioni con artisti di successo

Tra qualche anno saremo a parlare di un album che ha segnato un periodo storico?

Federico: «Chissà. Senz’altro mette in evidenza la nostra carriera: qui c’è tutto il Dna musicale che ci scorre nelle vene».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Pietro: «Quel che è certo è che faremo un secondo episodio, poi magari ne parleremo come il nostro disco “monumentale”. Ora è difficile anche solo da pensare, ma sono sicuro che arriveremo al punto di “riprenderlo in mano” nei prossimi anni».

 

Da quanto tempo avevate in mente di mettere in piedi questo progetto?

F: «Già prima del 2011 avevamo iniziato a fare un mixtape, ed era uscito un singolo con Gué dal titolo Quale strada prendere. Era il primo episodio e avevamo in mente di raccogliere vari singoli. Un po’ anticipava i tempi, dato che non era stata mai fatto e si sarebbe dovuto chiamare Brain Storming. Avevamo già la copertina, poi però abbiamo cominciato a lavorare per altri artisti perché subito dopo Ragazzo D’oro per Gué hanno iniziato a contattarci altri artisti. Lui ci ha fatti conoscere all’industria musicale»

 

Organizzare dei featuring quando non si è troppo conosciuti non dev’essere proprio il massimo…

P: «Ai tempi era complicato. A parte Gué con cui eravamo sempre in studio, mi ricordo che già chiederlo ad Emis Killa nel suo momento migliore non era stato una passeggiata (ride, ndr). Avevamo fatto giusto un episodio con Jake e Ensi…».

 

Oggi, invece, ci sono ben altri generi di difficoltà…

P: «Più burocratiche e organizzative che artistiche, devo dire. Doveva esserci Paky, poi l’etichetta si è messa di traverso. Avevamo un featuring con un rapper tedesco e anche lì abbiamo avuto difficoltà con la liberatoria. Il resto è andato abbastanza fluido, per fortuna».

F: «C’è stato qualche episodio in cui magari un rapper non voleva collaborare con un altro, oppure non intendeva registrare una strofa o ancora avrebbe preferito condividere il progetto con un artista più in hype. Non sto a fare i nomi, però è successo…».

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