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29. 04. 2024 12:01

Il regista milanese Tommaso Santambrogio a Venezia con “Gli oceani sono i veri continenti”: «Vado dove mi portano le storie»

Il film ambientato a Cuba presentato alla Mostra del Cinema di Venezia: «Ho studiato tutt’altro, ma la mia passione per il cinema mi ha fatto arrivare lontano»

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Milanese, 31 anni, idee chiare. Tommaso Santambrogio è tra le rivelazioni dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove ha presentato in apertura delle Giornate degli Autori il suo Gli oceani sono i veri continenti. Ambientato in un paesino dell’entroterra cubano, il film sorprende sia dal punto di vista narrativo che da quello visivo, certificando le potenzialità di un autore di cui sentiremo parlare a lungo.

Tommaso Santambrogio presenta “Gli oceani sono i veri continenti” a Venezia

Da Milano a Cuba, che viaggio è stato?
«La mia formazione è stata a livello internazionale, anche per le esperienze di vita che hanno contraddistinto il mio percorso. Ho sempre avuto grande passione per il cinema, ma non ho avuto una formazione cinematografica, ho studiato tutt’altro. Ho iniziato a lavorare prima come video-giornalista e ho iniziato a imparare a maneggiare una telecamera. Poi ho lavorato come assistente un po’ ovunque, il periodo di “bottega”. Ho avuto la possibilità di fare workshop ed esperienze all’estero e di dialogare con registi stranieri. Poi ho avuto la fortuna di essere preso a una “residenza” con Werner Herzog nel 2018 e ho passato un periodo con Lav Diaz, che ha un po’ definito il mio percorso».

Tutti conosciamo Cuba per i suoi colori, tu la presenti in bianco e nero.
«Sono stato varie volte a Cuba, la prima all’età di 8 anni. La prima volta che sono tornato con l’idea di girarci qualcosa, ho sempre pensato a girarla in bianco e nero. Uno sguardo che ti permette di levare il filtro pubblicitario, lo sguardo consumistico, postcolonialista e turistico. Il mio film ha delle sfumature: presenta elementi drammatici e nostalgici. Lo sguardo bidimensionale che spesso si ha verso culture non occidentali non mi è mai piaciuto, per questo ho cercato maestri come Herzog e Diaz, che nel loro percorso hanno avuto una sensibilità di un certo tipo».

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Gli oceani sono i veri continenti
Gli oceani sono i veri continenti

Il film ha avuto una lavorazione piuttosto lunga.
«Il percorso è iniziato nel 2019, quando ho frequentato la Scuola di cinema. Nel corso di quel frangente ho conosciuto Edith e Alex, i due protagonisti, che a loro volta mi hanno fatto conoscere Milagros e i bambini. La mia idea già all’inizio era quella di raccontare un mosaico umano, di fotografare varie generazioni e varie storie dell’oggi. Sempre nel 2019 ho girato un cortometraggio dedicato solo a Edith e Alex. Ho iniziato a passare molto tempo con loro, ho estrapolato dal loro passato i loro conflitti e le loro storie. Ho dunque iniziato a scrivere, rubando e osservando dal quotidiano, mettendo in scena il loro passato».

Hai in programma di tornare in Italia un domani?
«Ho diverse idee che si sono stratificate negli anni. A me interessa lo sguardo sull’altrove, ma anche lo sguardo interno: non penso di voler fare una carriera meramente all’estero. Io seguo le storie: in base alla storia e agli incontri con le persone, decido di lavorare in un determinato luogo. Ora sto ancora valutando il da farsi, vorrei scegliere un progetto che avesse un dialogo sul contemporaneo: molto dipenderà dagli incontri giusti».

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