Tre anni di Forestami sono una notizia se si pensa allo scetticismo con cui è nata questa esperienza. Con il direttore tecnico Riccardo Gini facciamo il punto del progetto e degli obiettivi a medio e lungo termine.
Il punto su Forestami con il direttore Riccardo Gini
Partiamo con un bilancio di ciò che è stato fatto.
«Siamo molto contenti, abbiamo avuto un grande riscontro tra le aziende e i comuni che collaborano con noi».
L’obiettivo dei 3 milioni di alberi è molto ambizioso.
«E’ il nostro slogan che ci introduce alla logica del nostro impegno finalizzato ad incidere sullo sviluppo della città Metropolitana: una maggiore valorizzazione della natura è per noi un cambio di paradigma importante, per usare una metafora bisogna utilizzare occhiali verdi perché consentono di vedere cose nuove».
Sta dicendo che questo modello di sviluppo è da cambiare?
«Non lo dico solo io, noi cerchiamo di essere conseguenti con quello che diciamo».
Quindi Forestami non è solo nuovi alberi?
«E’ tante altre cose, significa tetti verdi, depavimentazioni: ci sono molte aree asfaltate o cementificate non utilizzate che possono essere recuperate, anche perché Forestami ha bisogno di suolo per piantumare gli alberi».
Quanto il Parco Agricolo Sud può essere una risorsa?
«Ha 1000 aziende agricole, è sicuramente una grande opportunità per una migliore compatibilità ambientale e per sviluppare le biodiversità».
Siamo davvero in una situazione climatica allarmante, come dicono tutti i report?
«C’è la necessità di rigenerare il territorio e si può farlo entrando in rapporto con questo: io vedo nella gente uno sguardo diverso, c’è consapevolezza di questa situazione».
A proposito di territorio: con quante amministrazioni siete in contatto?
«Nell’area metropolitana sono 44 i comuni che hanno firmato un protocollo con noi, sono amministrazioni vogliono essere protagoniste della cultura del verde».
Parliamo di Milano.
«La sensibilità è buona, ci sono assessori come Maran e Grandi che sono portatori di una cultura del verde che non è facile da realizzare in una grande città».
Quali progetti sono previsti?
«Una ventina di parchi che consideriamo un elemento integrativo dello sviluppo. Poi ci sarebbero tanti interventi da fare».
Per esempio?
«Liberare i parterre alberati dalle auto che in questa città sono davvero troppe».
Forse bisognerebbe realizzare i parcheggi interrati?
«Sì ma non basta, occorre portare avanti una nuova mobilità con meno auto, più bici e maggior trasporto pubblico».