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30. 04. 2024 08:17

Scuola, i dubbi dei dirigenti: «Sarà dura partire con questi ritardi»

Massimo Spinelli, associazione dei dirigenti scolastici, commenta le linee guida per la ripresa della didattica: «Gli spazi potrebbero esserci, se non si fosse spinto verso un aumento degli alunni per classe»

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Nei giorni scorsi abbiamo scoperto una nuova espressione: “rime boccali”. Un modo poetico per definire la distanza che a settembre dovrà essere mantenuta in classe tra gli studenti. Il metro non dovrà essere tenuto tra i banchi come sembrava in un primo momento, ma tra bocca e bocca.

 

Scuola, i dubbi dell’associazione dei dirigenti scolastici

Questo prevedono le linee guida del Governo, ma la misura più morbida non elimina il problema degli spazi necessari a garantire la sicurezza negli istituti. In Lombardia la popolazione scolastica è numerosa e le cosiddette “classi pollaio” non sono una rarità. «Si potrebbero allestire nuovi moduli nei cortili delle scuole, ma non sarà facile costruirli nei mesi estivi», commenta a Mi-Tomorrow Massimo Spinelli, presidente lombardo dell’associazione dei dirigenti scolastici ANP.

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Come giudica le linee guida per il prossimo anno scolastico?
«Innanzitutto sono uscite con estremo ritardo. Se fossero arrivate un paio di mesi fa i dirigenti avrebbero avuto tutto il tempo per organizzarsi e di far partire eventuali lavori necessari ad adattare le scuole».

Di fatto i presidi se la devono cavare da soli?
«Sembra un po’ strano il fatto che proprio oggi, nel momento in cui a livello ministeriale non si sappia bene cosa fare, torni utile la questione dell’autonomia, prevista da vent’anni ma fino a ora bistrattata. In due mesi dovremo coordinare i cosiddetti “patti di comunità” con gli enti territoriali e le associazioni di volontariato, organizzando conferenze di servizi e stilando insieme i protocolli. Tra luglio e agosto è difficile che si riesca a realizzare questa larghissima intesa».

In Lombardia occorrerà trovare molti spazi per dimezzare le classi?
«Gli spazi potrebbero anche esserci, se da almeno dieci anni a questa parte non si fosse spinto sempre più verso un aumento degli alunni per classe. Persino in piena pandemia, il parametro di assegnazione del numero di studenti utilizzato per il prossimo anno scolastico è stato quello vecchio, quello che ha portato alle “classi pollaio”. La novità positiva prevista delle ultime linee guida è la creazione del “cruscotto informativo”: una piattaforma attraverso la quale dirigenti, sindaci, province e direttori degli uffici scolastici territoriali possono conoscere la situazione di ogni singola scuola».

Si dovrà ricorrere a strutture extra-scolastiche come cinema e musei?
«Si potrebbero allestire nuovi moduli nei cortili delle scuole, ma non sarà facile costruirli nei mesi estivi. Inoltre, pensare che alcune classi possano essere ospitate presso cinema, musei e biblioteche non è cosa facile, perché spostare minorenni dalle scuole verso altri luoghi vuol dire assumersi grosse responsabilità, mettere a disposizione collaboratori scolastici che garantiscono la sorveglianza, sanificare altri spazi: una cosa complessa e poco realistica».

Basteranno le 50mila assunzioni previste dal Governo?
«Le linee guida non parlano di incremento di personale docente e di operatori scolastici, ma se si dovranno dividere le classi in due servirà per forza più personale. Questo è uno dei punti più importanti per affrontare la situazione. Le 50mila assunzioni promesse andranno a colmare il ricambio di chi è andato in pensione: non si tratta di organico aggiuntivo. Quest’anno il pensionamento è stato particolarmente alto perché gli insegnanti avevano il timore di affrontare un periodo difficile. Inoltre occorrerà emanare una norma che liberi i dirigenti scolastici della responsabilità civile e penale se gli alunni o il personale vengano contagiati».

I programmi scolastici saranno ridimensionati?
«Dipende dalle condizioni nelle quali le scuole opereranno. Se l’organico rimarrà quello attuale bisognerà ridurre tutto. C’è anche un altro aspetto che va considerato: in Lombardia, dove nella maggior parte delle famiglie entrambi i genitori lavorano, la richiesta del tempo pieno alla primaria è altissima. Se le lezioni si svolgessero su doppi turni, le mamme, in particolare, sarebbero in enorme difficoltà, come abbiamo già visto con la didattica a distanza».

Scuole: arredi innovativi, bando del Comune

Da qualche anno alcune scuole stanno modificando le strutture delle loro aule per adattarle a nuovi metodi didattici, come accade ad esempio nelle “scuole senza zaino”.

Con l’arrivo della pandemia il cambiamento della disposizione delle classi è diventato un’esigenza imprescindibile. Per questo il Comune di Milano ha stanziato 500.000 euro per finanziare progetti per le scuole primarie e secondarie di primo grado che intendono modificare l’assetto delle loro aule con fini didattici mirati.

«Oggi più che mai, in una fase in cui non è pensabile utilizzare e vivere gli spazi come si faceva prima, per esigenze di sicurezza e sanitarie scaturite dall’emergenza Covid-19, questi fondi possono essere uno stimolo per le scuole a innovare e ripartire», ha dichiarato l’assessora all’Educazione Laura Galimberti. I fondi saranno assegnati alle singole scuole attraverso un bando.

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