Il costo della vita, a Milano ma non solo, è aumentato in modo preoccupante. Lo sappiamo tutti ma il Corriere della Sera lo ha certificato con dei numeri che rendono bene l’idea di quale sia la situazione, partendo dal fatto che corrono più dell’inflazione, con la crescita dei consumi che si è invece azzerata.
Costo della vita, numeri
Partiamo da qualche esempio: un chilogrammo di pasta di qualità media oggi costa 2,3: un anno fa veniva venduto a 1,96 euro. In dodici mesi è aumentata del 21,3%. Stesso discorso per il riso Carnaroli, arrivato a costare 4,9 euro al chilo, contro i 3,12 euro di dicembre 2021 e i 4,47 euro di novembre 2022: +36,4%. Per il pane, invece, si rileva un +12,7% sul 2021 e un +0,1% a dicembre sul mese di novembre. E per il petto di pollo la cifra è ormai attestata sui 13 euro al chilo, contro gli 11,06 euro che si pagavano al supermercato un anno prima.
Costo della vita, bilancio
Il bilancio è davvero preoccupante: in generale, per i prodotti alimentari a Milano si registrano rincari per un 12,2% rispetto al 2021 e dello 0,1% su novembre. Il costo della vita totale è aumentato del +12% da un anno all’altro e +0,2 da novembre a dicembre. Dati anche più alti di quelli relativi all’inflazione in tutto il Paese, che si attesa al 10,5%.
Costo della vita, Confcommercio
Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, ha così commentato: «Chiaramente, in una situazione in cui c’è un aumento generalizzato dei prezzi, soprattutto per trasporti, energia e prodotti alimentari, la capacità di spesa delle famiglie si riduce. E questo ha conseguenze anche sui commercianti. Nonostante in molti casi abbiano provveduto a intervenire per frenare gli aumenti. Penso, ad esempio, ai panificatori, che hanno messo in campo il contenimento dei prezzi assorbendo sulla loro attività l’aumento dei costi così da non farli pagare al consumatore».