Dipende solo da noi. Ha ragione il sindaco Giuseppe Sala quando ha indicato come peso al 90% i comportamenti individuali per avviare con decisione la tanto attesa “Fase 2” al via oggi.
Fase 2, impossibile fare previsioni
Se da una parte questa percentuale è ampiamente condivisibile, è altrettanto impossibile fare previsioni su come questo senso di responsabilità prevarrà nei singoli.
Parliamoci chiaro: la voglia di uscire, di riprendere in mano la propria vita, di salutare i parenti e di prendere aria è tanta, ma non deve far cadere nella tentazione di esagerare con azioni che ci riporterebbero indietro di due mesi.
Sabato scorso a portare in giro i cani c’erano gruppi di sei-sette persone. E così genitori a spasso con passeggini. Altri a pedalare in bicicletta. Non passiamo da un estremo all’altro, anche perché non vi è alcuna evidenza scientifica sul fatto che il Covid-19 si attenuerà con l’aumento delle temperature.
Se il lockdown ci ha messo di fronte ad un inevitabile cambiamento, non cadiamo nell’errore di ripetere quanto fatto in passato. Non ritroviamoci domani a raccontare un 7 marzo, quel sabato di inconsapevolezza, quando i milanesi si riversarono a bere gli aperitivi sui Navigli e ad invadere i parchi.
Fase 2, serve consapevolezza
Oggi si spera che quell’inconsapevolezza si sia trasformata in consapevolezza. Saranno due settimane determinanti, da oggi al 17 maggio, per verificare se saremo stati abbastanza maturi da poterci riprendere un altro pezzo di città da lunedì 18 maggio, quando è programmata la riapertura di negozi al dettaglio, biblioteche, musei, mostre.
E poi dall’1 giugno quando ci sarà probabilmente la possibilità di tornare a bersi un caffè al bar o rilassarsi per una cena al ristorante. Dipende solo da noi.
