Sembra ieri, eppure sono passati ben quattro anni dal 2020 e da quei giorni drammatici in cui la pandemia fece irruzione nella nostra quotidianità, sconvolgendola in modo inedito, improvviso, tragico. In quei momenti, di grande spaesamento collettivo, si presentarono problemi che costrinsero la politica a cambiare passo.
Fra tutti il sindaco, dopo l’iniziale errore del “Milano non si ferma”, si distinse per una presenza puntuale e capì di dover trovare momenti per parlare in modo diretto ai cittadini. Nacque quel famoso “Buongiorno Milano” che ci tenne compagnia e che ci aiutò molto più di quanto pensiamo. Ora Sala ripropone momenti in diretta social, chiamandoli “Le cose in Comune”.
Quando gli amministratori pubblici creano spazi di condivisione e di scambio con i cittadini è sempre una buona cosa. Un dialogo tra sindaco e cittadini sulle cose che si sono trasformate in modo stabile e quelle che invece sono tornate come prima di quel 2020 (alla faccia del “niente sarà come prima”).
Capire cosa davvero c’è in comune. Dal lavoro, con lo smart working che è diventato per molti uno strumento ormai irrinunciabile e per altri invece un’effimera chimera, alla nascita della città dei dehors e degli spazi aperti che sono ormai un tratto distintivo, fino ai temi delle disuguaglianze, dei prezzi e del costo della vita. Se ne sente la mancanza, presi come siamo da polemiche che non superano le ventiquattro ore canoniche dell’attenzione social.
Riflettere sui temi, mettere insieme i pezzi per pensare alla città del futuro, affrontare in modo aperto i problemi di una città complessa. Quindi l’iniziativa del sindaco non può che essere benvenuta.
